Cooperative italiane, troppe opere con fini illegali
ROMA – Italia scossa da scandali su appalti e opere pubbliche. In questo scenario non ottiene sufficiente rilevanza un’abitudine purtroppo radicata sul nostro territorio: aprire false cooperative per ricevere sussidi, incentivi e facilitazioni, indossando i panni del buon samaritano.
Il Codice Civile italiano prevede che le attività cooperative possano essere sciolte per insolvenza, cioè debiti non pagati, o per mancato deposito dei bilanci per due anni consecutivi. E sono questi i motivi che hanno portato alla chiusura, su decreto del ministero dello Sviluppo economico, di una ventina di cooperative nell’arco di poche settimane tra gennaio e febbraio. La mappatura di queste vedrebbe una distribuzione uniforme su tutto il territorio italiano: Meridionalcoop, con sede a Bari, è stata chiusa il 29 gennaio per non aver reso conto delle sue attività finanziarie; non è stata da meno la veronese Abitcoop, liquidata il 20 febbraio con un patrimonio netto negativo di € -96.680,00. Ma anche nei pressi di Rimini, a Savignano sul Rubicone, è stata ordinata la messa in liquidazione della Cooperativa muratori e manovali: Il fatturato era di milioni di euro, con un debito a breve di € 7.305,175 e un patrimonio che, come la collega di Verona, era rappresentato da un buco di quasi 100mila euro.
Questi sono solo pochi esempi di una situazione che raggiunge un volume d’affari di 155 miliardi di euro: circa il 10% del nostro PIL è generato da circa 70.000 cooperative presenti sul nostro territorio, nonostante ciò quasi la metà di queste potrebbe essere illegale. A denunciarlo è l’Alleanza delle Cooperative, organismo che raccoglie le tre organizzazioni del settore, Legacoop, Confcooperative e AGCI, alle quali aderiscono circa 40.000 coop italiane.
Il ruolo di queste organizzazioni è di vigilanza e controllo, sia per quel che riguarda i soci, sia per quanto riguarda gli obblighi finanziari. Ma a chi è affidato il controllo delle restanti 30.000 cooperative non coperte dall’Alleanza? La responsabilità in questo caso cade direttamente sul ministero dello Sviluppo economico, il quale conduce però controlli molto blandi, che coprono a stento il 15% delle associazioni di sua competenza. Queste le parole del presidente dell’Alleanza Rosario Altieri: “Ben l’85% delle coop non rappresentate potrebbe essere illegale o borderline”. E attenzione, le coop false, tramite sgravi e contributi, riescono a ottenere fino a due milioni di euro di finanziamenti regionali.
Ennesima falla dell’economia italiana, il sistema delle cooperative si mantiene comunque in linea con l’ormai collaudato meccanismo di frodi che fa girare il nostro settore pubblico.
By Cecilia Dapor