Criminalità avellinese. La “camorra 2.0” del Vallo di Lauro. Intervista al Capo della squadra mobile Marcello Castello
VALLO DI LAURO – L’omicidio di Giulio Maffettone a Pago del Vallo di Lauro, in provincia di Avellino, ex braccio destro del boss Biagio Cava; i colpi di arma da fuoco sparati contro il maglificio di Quindici, ex immobile sequestrato al clan Graziano; e il raid intimidatorio avente come obiettivo la casa del Sindaco Eduardo Rubinaccio, primo cittadino di Quindici, sempre nell’avellinese, hanno scosso non poco la tranquillità degli abitanti del Vallo di Lauro. Il fermento provocato dalla nuova ondata di criminalità è stato collegato alla trasformazione dell’arretrato sistema criminoso locale, che in passato è servito da incubatore allo sviluppo del potere intimidatorio dei vecchi clan di camorra.
Oggi la situazione è ancora in fermento e persino le vecchie realtà criminali, come quelle del Vallo di Lauro, stanno lasciando il passo alla cosiddetta ”camorra 2.0”, una nuova tipologia d’organizzazione criminale, meno vincolata ai classici verticismi piramidali e insensibile ai vecchi codici d’onore. Unico interesse? L’assoluto profitto.
Per far luce sui mutamente che stanno interessando il Vallo di Lauro, abbiamo intervistato il Capo della Squadra mobile di Avellino, il Dott. Marcello Castello, e dopo un’interessante discussione ci siamo focalizzati sulle principali problematiche che impediscono lo sviluppo e l’emancipazione del Vallo di Lauro.
Le recenti sparatorie avvenute nel Vallo di Lauro hanno riacceso nella popolazione i timori di una nuova guerra fra clan di camorra: Fabbrocino, Sangermano, Di Domenico e alcune sopravvivenze del clan Partenio, sono tra le organizzazioni criminali più conosciute nell’avellinese. Avete già un’idea di chi siano i mandanti delle recenti intimidazioni avvenute nel Vallo?
«Le indagini sono ad ampio raggio e sono finalizzate a monitorare tutti gli organigrammi dei gruppi presenti ed emergenti. Nulla viene escluso e ci si concentra prevalentemente sull’eventuale ripartizione del territorio. Stiamo valutando tutti gli equilibri che sono presenti nel Vallo di Lauro, senza esclusione di ingerenze da parte di ulteriori gruppi emergenti, anche fuori dal Vallo di Lauro. L’attenzione quindi delle forze dell’ordine è a 360 gradi, e soprattutto finalizzata a comprendere il movente e gli eventuali risvolti successivi ai gravi fatti accaduti.»
Smaltimento illegale di rifiuti, appalti pubblici, utilizzo di minori per lo spaccio di stupefacenti e contaminazione delle Giunte comunali, anche la “camorra 2.0” agisce attraverso questi canali?
«Le organizzazioni criminali tendono a estendere i loro interessi in maniera capillare su tutti i settori dell’economia del territorio, cercando di monitorare e controllare qualunque assetto che possa produrre vantaggi di natura economica. Anche in questo caso risultano monitorati tutti i settori della vita pubblica, al fine di evitare ingerenze nella gestione della cosa pubblica.»
L’usura e la microcriminalità dilagano, ‘imprigionando’ le fasce deboli e più esposte della popolazione. Come possono difendersi i cittadini?
«Risulta fondamentale, per sollevare un muro tra le organizzazioni criminali e il resto della società, adoperarsi soprattutto nei confronti delle istituzioni fondamentali: scuola e famiglia. Sarebbe auspicabile creare una concertazione tra queste Istituzioni affinché si possano diffondere in maniera concreta i valori preposti a garantire la legalità. Il tutto attraverso la costituzione di associazioni o di altre iniziative utili e finalizzate a diffondere questo messaggio.»
Tra qualche mese in alcuni paesi del Vallo ci saranno le elezioni. Alcune Giunte comunali locali già in passato sono state indagate per infiltrazioni di camorra. Il rischio esiste ancora?
«Consapevole delle prossime tornate elettorali, il monitoraggio nei confronti del libero esercizio del voto sarà assolutamente costante e puntiglioso. L’attività di controllo e prevenzione da parte della questura e del commissariato sarà concentrata per evitare incidenti e delitti al fine di garantire il libero esercizio delle elezioni. Augurandosi che ciò possa avvenire nel pieno rispetto delle leggi.»