Danza. Report dall’Anfiteatro Romano di Avella per i protagonisti de “L’Abella Danza”
AVELLA – Uno dei più noti aforismi di Samuel Beckett recita: “Prima danza. Dopo pensa. È l’ordine naturale delle cose”. Questo perché la danza rappresenta da sempre l’espressione primordiale della comunicazione, attraverso la quale la forma del pensiero diviene concreta, prende vita e respira grazie ai movimenti del corpo: la danza possiede la capacità di far vedere l’invisibile.
L’Anfiteatro Romano di Avella, in provincia di Avellino, è stato anche quest’anno il palco su cui si sono esibiti ballerini di fama mondiale i quali, con le loro meravigliose performance, hanno onorato l’arte sublime della danza. Dal 10 al 13 luglio si è tenuta infatti la III edizione della manifestazione “L’Abella danza”, in omaggio al M° Ricardo Nunez, organizzata dalla Fondazione “Avella Città D’Arte” con la direzione artistica di Francesco Imperatore e Rosa Varriale. Il concorso era aperto alle scuole di danza e ai danzatori non professionisti, con l’intento di creare un momento di condivisione tra giovani che si dedicano all’arte coreutica e offrire un momento di divertimento e crescita artistica.
Per ricordare l’estro coreografico e umano di Ricardo Nunez è stato proposto il balletto “A Sei”, uno dei primi lavori del Maestro e con il quale egli vinse il Premio Bagnolet in Francia ai suoi esordi come coreografo. Il balletto, ripreso da Mara Fusco per l’occasione, è stato interpretato da sei giovani talenti scelti fra le scuole di danza campane.
Nel corso della serata del 13 luglio la MM Contemporary Dance del M° Michele Merola, compagnia di danza contemporanea che negli ultimi anni si sta affermando in Italia e all’estero, ha presentato un passo a due da “Silfidi”, coreografie di Ramirez Sansano, con i danzatori Lorenza Vicidomini e Giovanni Napoli.
Tra i nomi degli artisti premiati l’ultima sera compaiono: Roberto Fascilla, Giuseppe Picone, Luciano Cannito, Massimo Romeo Piparo, Mara Fusco, Patrizia Manieri, Corpo di Ballo teatro Massimo di Palermo, Laura Valente, Giovanna Spalice, Alessandra Veronetti, Umberto De Luca, Anna Chiara Amirante, Claudia D’Antonio, Gianluca Nunziata, Alessandro Staiano, Carlo De Martino, Salvatore Manzo, Radio Danza di Giacomo Molinari, Danza Effebi di Francesca Bernabini, Oderigi Lusi, Emanuele Burrafato, MM Contemporary Dance Company di Michele Merola, Mandala Dance Company di Paola Sorressa, White Cloude Opera di Pietro Gagliardi, infine Menzione Speciale all’AIRDanza per il progetto Danza e Ballo a Napoli: Un dialogo con l’Europa (1806-1861) che si svolgerà dal 9 all’11 novembre a Napoli.
Al termine del gala Giuseppe Picone, attualmente direttore del Corpo di Ballo del Teatro San Carlo di Napoli, ha dato sfoggio alla sua tecnica classica, interpretando l’assolo (adagio) del Principe Siegfried dal Lago dei Cigni, balletto che lo ha visto interprete all’Arena Flegrea di Napoli, proprio nella versione coreografica del grande M° Nunez.
Nel corso di un’intervista, in occasione della manifestazione, l’Avv. Antonio Larizza, Presidente della Fondazione Avella Città d’Arte, ha dichiarato che “il Comune ha attuato una politica culturale che si colloca al centro di una strategia di sviluppo locale, con lo scopo di privilegiare una serie di iniziative sociali e culturali adempiendo anche ai doveri istituzionali”. Questo evento ha rappresentato dunque un modo opportuno per promuovere il sito archeologico di Avella e caricare la città di una forte valenza artistica e culturale.
Per l’evento abbiamo intervistato il direttore artistico Francesco Imperatore.
Come è iniziato il suo percorso artistico?
«Io ho iniziato a studiare danza nell’82 al Teatro San Carlo , dopodiché ho avuto la possibilità di conoscere il M° Nunez, che viene omaggiato ne “L’Abella danza”. Poi sono stato nel corpo di ballo del San Carlo fino al 2013. Come solista ho ballato in numerosi produzioni di vari coreografi, ballerini e ho chiuso la carriera facendo Don Chisciotte con Zakharova. Attualmente dirigo una scuola di danza con mia moglie.»
Il passaggio da ballerino a direttore artistico?
«Avviene piano piano, prima si inizia da ballerini, poi si diventa insegnanti, poi coreografi. Si ricercano delle esperienze professionali di alto livello e così, piano piano, dalla piccola manifestazione del primo anno (La I edizione di L’Abella Danza – ndr), crescendo abbiamo avuto poi quest’anno la possibilità di invitare personaggi importanti grazie al montepremio. Come direttore artistico mi sono occupato anche del festival “Maiori città della danza” dal ’98 al 2001.»
Quanta differenza c’è tra lo stare sul palco, come ballerino, e lo stare dietro le quinte come direttore artistico?
«Essere ballerino è meno faticoso, perché il tuo compito è quello di ballare su un palcoscenico, mentre chi deve organizzare deve fare in modo che tutto funzioni al meglio, che tutto sia consono al contesto. Sono due esperienze diverse che ti formano entrambe professionalmente e artisticamente. Non si finisce mai di imparare e migliorarsi.»
Una descrizione per la danza classica?
«È meravigliosa. La danza è disciplina, insegnamento, comunicazione.»
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