Devil Inside: il gioco denuncia contro bullismo, omologazione e religioni
ROVIGO – Scalpore, sorpresa e curiosità ha destato l’uscita dell’anteprima di un particolare videogioco, firmato da Andrea Tasinato, che spazia tra diversi argomenti, quali il bullismo, la stereotipizzazione, la religione, la massoneria, la politica e la blasfemia. La demo di “Devil Inside”, scaricabile gratuitamente dalla rete, ha consentito a molti amanti del genere RPG, giochi di ruolo, un primo approccio con il prodotto.
Il gioco si caratterizza per la violenta satira e ricorda, per grafica e contenuti, i classici giochi oramai fuori moda, quali ”Super Mario” e il best seller ”Pokemon”. Ciò che colpisce maggiormente i giocatori sono però i contenuti della demo: oltre alle storie dei personaggi, fatte di bullismo e di odio represso, sono presenti nel gioco anche parole scurrili e imprecazioni. E non mancano le rappresentazioni di personaggi a noi ben noti, come Maurizio Costanzo, e la messa in evidenza della loro appartenenza alla loggia massonica ”Propaganda 2”. Trovano spazio anche riferimenti alla malavita locale, nonché colpi di scena dallo sfondo mistico ed esoterico.
Date le numerose critiche, seguite al rilascio dell’anteprima, lo sviluppatore ha dovuto chiarire, con parole chiare e concise, i motivi che l’hanno spinto ad affronare temi tanto importanti attraverso un videogioco: ”Ho voluto puntare su un gioco ‘denuncia’, che abbia come tema l’omologazione, poiché proprio come il titolo del gioco, molti hanno il diavolo dentro e non riescono ad esprimerlo. Ecco dunque che anche l’imprecazione religiosa o la parolaccia diventano un efficace strumento comunicativo. La bestemmia, a mio avviso, non genera alcun tipo di violenza, a differenza della gratuita pornografia cinematografica e musicale, che induce i ragazzetti 14enni a stuprare le compagne di scuole, e a riprendere sadicamente il tutto con i loro costosissimi cellulari. Di questo oggi non ci si scandalizza più. Non ho trovato altro modo per riuscire a descrivere certe emozioni da me provate. Anche la scelta del gameplay è voluta: nostalgica e di facile comprensione. Eccovi servita la realtà. Non è difficile riconoscerla. Non siamo mica da Bruno Vespa su Rai 1!”.