Disabilità. Combattere l’autismo, in acqua con la TMA
NAPOLI – Sabato 24 e domenica 25 marzo 2018, in occasione della Giornata mondiale dell’autismo, nelle province di Roma, Napoli, Firenze, Milano, Foggia, Treviso, Reggio Calabria, Siracusa, Brindisi e Alessandria si svolgerà “L’abbracciata collettiva”, un evento nato con lo scopo di sensibilizzare più persone possibili alla disabilità, in particolar modo all’autismo e ai disturbi mentali gravi. Al riguardo è stata organizzata la maratona natatoria di 30 ore, dalle ore 07:30 del 24 marzo fino alle 13:30 del 25 marzo. Chiunque voglia partecipare potrà contribuire nuotando, galleggiando o semplicemente restando in corsia di nuoto per almeno 15 minuti, insieme ai ragazzi che svolgono durante l’anno la Terapia Multisistemica in Acqua, metodo Caputo-Ippolito. I metri percorsi in vasca, metaforicamente saranno il tentativo di avvicinarsi alle problematiche e alle difficoltà delle famiglie dei bambini con disturbo autistico. Un’occasione per condividere e ‘abbracciare’ una problematica comune a numerose famiglie, troppo spesso isolate dalle Istituzioni. Sarà quindi soprattutto un segno di vicinanza, attraverso uno sport che riesce ad abbattere barriere sociali e rendere tutti uguali.
La Terapia Multisistemica in Acqua (T.M.A.) è una terapia che sfrutta le potenzialità dell’acqua come attivatore emozionale e motorio, che genera nei soggetti affetti da autismo o patologie simili evidenti miglioramenti relazionali e motori, curando in particolar modo gli aspetti relazionali, emotivi e di integrazione sociale. E’ anche una riabilitazione multisistemica, perché interviene sui diversi sistemi funzionali del soggetto: cognitivo, comportamentale, emotivo o senso-motorio.
Ciò che contraddistingue questo metodo sono le tecniche natatorie, che sono il mezzo per raggiungere obiettivi terapeutici seguiti successivamente da un processo di socializzazione e integrazione. La Terapia Multisistemica in Acqua è pensata per i bambini con disturbo autistico, con ritardo mentale e psicomotorio, disturbi di genere iperansioso dell’infanzia, disturbo dell’attenzione e dell’iperattività, disturbo reattivo dell’attaccamento, e in casi specifici è una terapia per soggetti con fobia dell’acqua, fobia sociale, psicosi, sindrome di Down e disturbi motori.
La validità del percorso terapeutico è assicurata dalla presenza costante di uno psicologo adeguatamente formato, con funzione di supervisore, e da terapisti e tecnici formati della T.M.A.
Sono tante le famiglie che aderiscono a queste attività, e sono numerosi anche i gestori e titolari di piscine, che ospitano da anni la Terapia Multisistemica in Acqua, che fin dagli inizi hanno dimostrato un forte senso di solidarietà e dedizione. Tuttavia molte famiglie non trovano nelle loro città strutture predisposte, attrezzate e funzionali che possano ospitare questo tipo di attività riabilitativa, dunque anche per questo si organizza “L’abbracciata collettiva” e ne abbiamo discusso con il Dott. Giovanni Caputo, Psicologo Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale, di seguito la sua intervista.
Come nasce il metodo T.M.A.?
«La T.M.A. è il risultato di 25 anni di esperienza con bambini con disturbo dello spettro autistico, disturbi generalizzati dello sviluppo e altre patologie. E’ un metodo studiato e sviluppato in Italia da me e un mio collega, il Dott. Ippolito Giovanni, siamo psicologi. La terapia si propone come una valida metodologia d’intervento per il trattamento dei deficit del funzionamento adattivo di bambini con autismo. Come noto l’autismo è un complesso disordine dello sviluppo neurologico a insorgenza precoce, che attualmente colpisce circa 1 persona su 100, quattro volte più frequente nei maschi rispetto alle femmine. Coloro che ne sono affetti possono presentare anche disabilità intellettiva, e in un terzo dei casi altri disturbi neurologici come l’epilessia. Le persone con disturbo dello spettro autistico hanno peculiari difficoltà di comunicazione verbale e non verbale, d’interazione sociale, con interessi ristretti e comportamenti ripetitivi; possono essere rilevanti i problemi del funzionamento adattivo, ad esempio nella gestione delle attività legate al tempo libero e al gioco, è questo che ha spronato la nostra ricerca di una metodologia di supporto. Il nostro studio è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista “Journal of Autism and Developmental Disorders”.»
Come si struttura?
«Si pianifica un intervento personalizzato e fondato sul rapporto umano. Il fine è la rieducazione di schemi cognitivi, comportamentali, comunicativi, emotivi e di interazione sociale reciproca. L’intervento quindi agisce o può agire sull’attenuazione dei sintomi, modificando positivamente i processi comunicativo-relazionali, e inducendo importanti cambiamenti del comportamento personale e dell’interazione sociale. Questo tipo di intervento si articola in 4 fasi: valutativa. Emotivo-relazionale. Senso-natatoria. Integrazione sociale.»
Quali i progressi rilevanti?
«In particolare, i bambini sottoposti alla T.M.A. hanno mostrato miglioramenti significativi nell’adattamento funzionale, nella espressione delle emozioni, nella capacità di adattamento ai cambiamenti e nel livello di attività generale, tutte abilità misurate con appropriati strumenti formalizzati. Tutti dati che suggeriscono che la “T.M.A. metodo Caputo-Ippolito” sia utile per intervenire efficacemente su molteplici aree di funzionamento del bambino con disturbo dello spettro autistico, promuovendo rilevanti cambiamenti negli aspetti comportamentali ed emotivi del disturbo.»
Il futuro del metodo?
«Continuare la ricerca scientifica e cercare di migliorarci per offrire maggiori opportunità per i nostri bimbi speciali»