Disabilità in Campania: il presidio Sciuti di Scampia (Parte 1 di 2)
NAPOLI – A 20 giorni dall’insediamento dell’Osservatorio Regionale sulla Disabilità, uno dei membri, il Dr. Domenico Di Renzo, ci comunica l’imminente costituzione, di concerto con associazioni di settore, familiari dei disabili, medici e giornalisti, di un tavolo di lavoro che discuterà del ridimensionamento del presidio di Neuropsichiatria infantile Michele Sciuti a Scampia.
Il Dr. Di Renzo, presidente della onlus Senza Barriere, è il delegato per il settore “Disabilità” all’VIII municipalità, in seno alla quale gestisce lo sportello informativo per i disabili. Ed è proprio nel suo ufficio, al piano terra della municipalità, che lo incontriamo per rivolgergli qualche domanda. Intervista che vi proponiamo in due parti.
Dr. Di Renzo, qual è la situazione attuale dello Sciuti?
«Fino a dieci anni fa, oltre all’attività ambulatoriale, lo Sciuti svolgeva anche funzione di cura e riabilitazione per disabilità intellettive gravi e gravissime. Si curava, tra le altre patologie, anche l’autismo; c’erano corsi di logopedia infantile; era in previsione l’uso a fini terapeutici di una palestra e di una piscina. Ma DA ANNI NON C’È PIÙ NIENTE di tutto questo e i complessi sportivi non sono mai entrati in funzione. Addirittura alcuni locali del centro, prima destinati alle attività riabilitative, sono diventati veri e propri depositi delle pratiche amministrative dell’ASL.»
L’attività ambulatoriale?
«Funziona bene, ma si limita a visite che poi prescrivono terapie e cure che non vengono più effettuate nella struttura. Addirittura PER LA LOGOPEDIA È RIMASTO UN SOLO MEDICO. Tempo fa si era parlato dello Sciuti come destinatario di fondi vincolati della Regione, ma chi sa che fine hanno fatto!»
Che impatto ha avuto la chiusura di queste fondamentali attività riabilitative sulla vita delle famiglie della zona?
«Devastante! Dopo la regolare visita ambulatoriale i piccoli pazienti e le loro famiglie devono rivolgersi per le cure a centri specializzati fuori regione, per esempio a Bologna o a Pisa. In termini economici, i costi di spostamento e soggiorno hanno GRAVI RIPERCUSSIONI SUI BILANCI DELLE FAMIGLIE che spesso vivono già in condizioni economiche disagiate. La necessità di accompagnare e assistere i minori per lunghi periodi in altre città causa nelle famiglie situazioni conflittuali che sfociano spesso in veri e propri divorzi!»
Al riguardo cosa farete?
«E’ proprio per questo che un gruppo, che riunisce soggetti come l’associazione LiberaMente, la Cooperativa Umanista Mazra e i familiari dei pazienti, si batterà alla Regione Campania per il ripristino dello Sciuti in tutte le sue funzioni: non si possono più sommare disagi su disagi!»
La seconda parte dell’intervista al Dr. Domenico Di Rienzo sarà pubblicata a breve.
By Riccardo Bruno