Economia. Legalità e ascesa economica del Mezzogiorno
NAPOLI – Venerdì 20 aprile 2018 la Sala delle assemblee del Banco di Napoli ha ospitato il convegno organizzato da SRM – Studi e Ricerche per il Mezzogiorno, intitolato “Il valore economico della legalità e gli effetti sull’impresa e sul credito”. Un incontro finalizzato alla presentazione della rivista “Rassegna Economica”. Ospiti esponenti di Legge, politici, economisti, ricercatori universitari e imprenditori per esprimere pareri relativi alla connessione tra legalità e crescita economica del Paese, in particolare del Mezzogiorno.
“Attualmente nelle mani dell’economia non osservata, ovvero illegale e non tracciata, l’economia sommersa, gira una somma pari a 378 miliardi, equivalente al 22,9% del PIL nazionale. Anche solo metà di questo denaro permetterebbe di risolvere parte dei problemi connessi al PIL italiano”, ha dichiarato il direttore di Rassegna Economica e SRM, Massimo Deandreis.
Federica Brancaccio, Presidente Acen e Federcostruzioni, ha invitato lo Stato a una maggiore collaborazione con le parti sane dell’economia, così come precisato anche da Ida Mercanti, Vice Capo del Servizio Tutela dei Clienti e Anti riciclaggio di Banca d’Italia, che qualifica tale cooperazione come necessaria, per via dell’aspetto transnazionale che la criminalità ha assunto.
“Honeste vivere, alterum non laedere, suum cuique tribuere”, Vivere onestamente, non danneggiare gli altri, dare a ciascuno il suo, rifacendosi alla celebre frase di Domizio Ulpiano (Politico e giurista romano, considerato uno dei maggiori esponenti della dottrina giuridica romana – ndr), Michele Vietti, Presidente Finlombarda, già Vice Presidente CSM, ha sottolineato l’esigenza di garantire la giustizia, in egual modo, per tutta la Penisola. Questo perché “I patti devono essere rispettati, affinché non ci sia il pericolo che si sviluppino atteggiamenti di sfiducia non solo negli imprenditori, ma in tutti gli appartenenti a una comunità.”.
Ribadisce implicazione tra legalità e sviluppo economico del Paese il Ministro dell’Interno, Marco Minniti, che porta l’evento alla sua conclusione, affermando che, nonostante gli evidenti fenomeni di corruzione, maggiormente presenti al Sud Italia, ma non solo, il nostro Paese ha bisogno del Mezzogiorno per poter essere competitivo su scala mondiale.
A termine degli interventi, il comitato di SRM ha premiato i giovani vincitori del Premio Rassegna Economica, diviso nella sezione Marittime, per l’economia marittima; e Sommerso, per l’economia sommersa e illegale. Al riguardo abbiamo rivolto le nostre domande a Giovanna Miele, autrice del saggio “Il ‘cancro’ della criminalità organizzata nel Sud Italia: effetti prodotti e possibili ‘cure’”, che ha concorso nella II sezione del Premio: «Il saggio è un estratto rivisitato, in base alle richieste del concorso, della mia tesi magistrale di Laurea in Economia. Differentemente dalla solita scelta di trattare casi aziendali di successo, ho deciso di parlare di un caso aziendale di insuccesso, determinato dal territorio in cui lavorava Luigi Leonardi, imprenditore da cui sono partita come base per la mia ricerca. Egli, proprietario di negozi e fabbriche di illuminazione nel napoletano, vittima di insistenti richieste estorsive, ha quasi rischiato la vita e, da imprenditore, è diventato testimone di giustizia. A causa del contesto esterno prima e dell’abbandono da parte delle istituzioni poi, ha dovuto chiudere le sue attività.»
Giovanna spiega come si sia occupata dell’aspetto economico e giuridico del caso, indagando sulle trasformazioni del mercato quando i profitti illeciti vengono reinvestiti e sulle pecche del sistema giudiziario: «Basti confrontare i collaboratori con i testimoni di giustizia. I primi, infatti, sono in numero nettamente maggiore, poiché la denuncia è quasi disincentivata, a causa della poca tutela riservata a chi la sporge.».
Potere mafioso, estorsione, commercio droghe, qual è l’aspetto che l’ha maggiormente colpita?
«Sicuramente quello che attenta anche alla salute umana: il traffico di rifiuti tossici. Soprattutto perché molte persone credono che si tratti solo di Terra dei Fuochi, quando in realtà tutta l’Italia è sommersa di rifiuti. Di conseguenza non è neanche possibile fare una scelta per tutelare se stessi e la propria salute, perché non si sa fin dove si spinge questo mercato.»
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