Egitto: attivista detenuto lasciato in fin di vita
IL CAIRO – Mohamed Soltan, attivista egiziano in carcere dall’agosto del 2013, rischia la vita in seguito a un prolungato sciopero della fame da lui intrapreso un anno fa. Foto recentemente pubblicate dalla famiglia mostrano il giovane attivista in condizioni di evidente deperimento, col sangue alla bocca.
Mohamed ha 26 anni, è un attivista e un citizen journalist, ovvero documenta e riporta sui social quello che accade nel suo Paese. Libero da qualunque influenza politica, il lavoro di Mohamed lo ha portato all’arresto nell’agosto del 2013, durante un raid nel quale i militari egiziani puntavano alla cattura di suo padre, Salah Soltan, membro dei Fratelli Musulmani. L’accusa che ha motivato l’arresto è stata quella di diffusione di notizie false sull’Operazione Rabaa, svoltasi nel 2013 con la deposizione dell’ex Presidente Mohammed Morsi e della conseguente cattura degli esponenti dei Fratelli Musulmani, messi poi al bando. L’attivista ha intrapreso, nel gennaio del 2014, uno sciopero della fame come segno di protesta contro la sua ingiusta detenzione. La protesta ha però portato Mohamed a mettere a repentaglio la sua stessa vita, in quanto le sue condizioni di salute sono estremamente peggiorate, senza che il Sistema giudiziario egiziano abbia fatto nulla per porvi rimedio.
Secondo Omar Soltan, fratello di Mohamed, il giovane avrebbe subito tortura fisica e mentale, venendogli inoltre rifiutate le cure mediche dopo essere stato sparato durante le proteste di Rabaa al Adaweya. Mohamed soffriva già di una salute piuttosto cagionevole, che la detenzione ha aggravato, portando il giovane ad avere diversi episodi cardiaci e occasioni di coma. La famiglia ha sollecitato più volte le organizzazioni per i Diritti Umani facenti capo al Governo statunitense, oltre che pregare il ragazzo di interrompere il digiuno autoimpostosi. Secondo la famiglia Soltan, il giovane sarebbe stato spinto al suicidio con tattiche di tortura mentale da parte delle autorità che lo hanno in custodia detentiva. Mohamed non ha intenzione di rompere lo sciopero, sebbene abbia ultimamente accettato di assumere una piccola percentuale di liquidi per rimanere, seppur flebilmente, in vita.
Mohamed Soltan è uno dei 52 indagati al processo che vede lo Stato egiziano contro la falsa diffusione di notizie a favore della Fratellanza Musulmana, forza politica vigente fino all’estate del 2013. Le condizioni di salute del giovane sono state rese note a pochi giorni dalla dichiarazione del Presidente Al Sisi di rilasciare tutti coloro che avevano subito un arresto ingiusto o in assenza di prove. La famiglia si aspetta che le precarie condizioni di salute dell’attivista spingano il Presidente ad ordinare il suo rilascio.
By Margherita Sarno