Egitto contro il terrorismo: pena di morte e moschee videosorvegliate
IL CAIRO – Il Ministro egiziano per gli Affari Religiosi, Mohamed Mokhtar Gomaa, ha annunciato in questi giorni l’istallazione di sistemi di videosorveglianza nelle principali moschee del Paese, per dare prova del livello di sicurezza nazionale garantito dalle Autorità. Secondo quanto riportato dalle testate egiziane Al Masry al Youm e Youm7, gli impianti saranno istallati inizialmente nelle moschee chiave del Paese, per poi applicare il provvedimento a tutte le strutture religiose d’Egitto. Tra le prime a essere state fornite del sistema di videosorveglianza saranno le moschee di Amr ibn Al Aas, Al Noor e Al Sayeda Zeinab, tutte e tre situato al Cairo.
Secondo il Ministro Gomaa, il sistema a circuito chiuso dovrà essere istallato nelle moschee per proteggerle da eventuali attacchi terroristici e per tenere sotto controllo il dilagare di ideologie estremiste. Le telecamere infatti garantiranno il monitoraggio dei sermoni per assicurare che non siano diffusi messaggi ambigui o che istighino alla violenza o all’estremismo. Il Ministro per gli Affari Religiosi ha inoltre dichiarato: “Abbiamo deciso di intraprendere il provvedimento in seguito agli attacchi mortali verificatisi nelle moschee dell’Arabia Saudita e del Kuwait.”. Proprio in territorio kuwaitiano infatti, il 26 giugno scorso, una bomba ha fatto esplodere una moschea sciita causando la morte di 24 persone.
Dopo l’annuncio del Primo Ministro egiziano, Ibrahim Mehleb, di creare una commissione nazionale di videosorveglianza, il Ministro Gomaa ha quindi mosso il primo passo verso una maggiore garanzia di sicurezza coadiuvata dall’apporto tecnologico. Sulla stessa linea, il Presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi, oggi ha approvato nuove misure antiterrorismo per combattere la dilagante insorgenza jihadista: le nuove leggi varate prevedono l’istituzione di corpi speciali e conferiscono ai militari e agli ufficiali di polizia una sorta di protezione dalle conseguenze legali che possono derivare dall’uso della violenza in casi specifici. Prevedono inoltre la pena di morte per chi è coinvolto nella creazione e organizzazione di cellule terroristiche.
Numerose dunque le pene introdotte da queste nuove leggi, che tuttavia servirebbero ad Al Sisi, secondo i gruppi di opposizione, a legittimare il proprio potere e a farne abuso. Teoria sostenuta anche da Amnesty International, secondo la quale le nuove misure estenderebbero i poteri delle Autorità portandoli al livello dello stato di emergenza, privando quindi i cittadini egiziani della loro libertà di espressione, di associazione e di assemblea pacifica.
By Margherita Sarno