Emergenza rifiuti in Via Chiatamone
NAPOLI – Emergenza rifiuti in Via Chiatamone, a causa della mancanza di rispetto delle norme sull’igiene e sull’ambiente da parte di alcuni locali commerciali. A lamentarsi sono i residenti della zona, costretti ogni giorno a rimuovere la spazzatura dalle loro strade, addirittura liberando a mani nude gli accessi per i disabili, ostruiti sul marciapiedi da sacchetti di spazzatura che finiscono per ospitare blatte e animali vari.
Molte strutture commerciali della zona non rispettano orari e regole per la raccolta differenziata. I ristoranti, per citare una categoria, dovrebbero suddividere i vari rifiuti negli appositi contenitori, ma malgrado siano a rischio multe, tali regole non vengono rispettate e l’immondizia viene gettata nei cassonetti delle strade parallele, la principale di queste è appunto Via Chiatamone. Qui i camion dei rifiuti passano solitamente intorno alla mezzanotte, mentre i locali notturni e gli esercizi commerciali buttano la spazzatura a notte inoltrata, cioè dopo il passaggio dei netturbini. Quindi il pattume, che emana odori poco gradevoli, oltre che regalare la presenza di animali trasmettitori di malattie come topi e blatte, rimane lì per l’intera giornata. Tra questi cassonetti sono ben visibili gli scarti dei locali e persino i nomi dei ristoranti su alcune scatole e alcune carte dei rifiuti.
Gli abitanti del quartiere hanno chiesto l’intervento della Polizia di Stato, dell’ASL e dell’ASIA. L’ispettore dell’ASL, del reparto igienico, ha riferito tuttavia ai cittadini di far partire una denuncia. Esposto che in realtà è stato già presentato nel 2013, con tanto di risposta tramite ordinanza sindacale firmata dal vicesindaco Tommaso Sodano. L’atto prevede: “Spostamento postazione cassonetti raccolta rifiuti urbani e campane. (…) Sarà a carico dell’ASIA provvedere allo spostamento delle strutture e al nuovo tracciamento delle linee per i contenitori“. Il documento è valido in rispetto del palazzo posto al civico 63, che ospita il Consolato della Bulgaria e dell’Istituto di Cultura Meridionale. Tale atto è stato emanato nel settembre del 2013 dopo sopralluogo tenutosi nell’agosto dello stesso anno.
Sono passati ormai due anni dall’ordinanza ufficiale, invano. Oggi, in attesa del tanto agognato intervento, i residenti della zona possono contare solo sulle proprie forze per non rischiare un’emergenza sanitaria.