FB: Zuckerberg pubblica post a favore libertà di pensiero, ma è un boomerang
MENLO PARK – Poche ore fa il fondatore di FB, Mark Zuckerberg, ha pubblicato un post sulla sua pagina in solidarietà alle vittime della strage commessa contro la redazione del settimanale satirico francese Charlie Hebdo, ma non tutti gli utenti condividono il suo messaggio: “Alcuni anni fa un estremista in Pakistan ha lottato per farmi condannare a morte, perché Facebook si rifiutava di vietare i contenuti offensivi su Maometto. Ci opponemmo perché secondo noi diverse voci, anche se a volte offensive, possono rendere il mondo un posto migliore e più interessante. Facebook è sempre stato un luogo dove le persone di tutto il mondo condividono le loro opinioni e idee. Seguiamo le leggi in ogni Paese, ma non abbiamo mai consentito a nessun Paese o gruppo di persone di dettare quello che le persone possono o non possono condividere in tutto il mondo. Eppure, mentre rifletto sull’attacco di ieri e la mia esperienza con l’estremismo, questo è quello che tutti noi abbiamo bisogno di respingere: un gruppo di estremisti che cercano di mettere a tacere le voci e le opinioni di tutti gli altri in tutto il mondo. Non lascerò che accada su Facebook. Io sono impegnato a costruire un servizio in cui è possibile parlare liberamente senza timore di violenze. I miei pensieri vanno alle vittime, alle loro famiglie, ai cittadini francesi e alle persone di tutto il mondo che scelgono di condividere le loro opinioni e idee, anche quando questo richiede coraggio”.
Il contenuto del post pubblicato da Mark Zuckerberg ha ricevuto più di 250mila like e oltre 20mila commenti, ma ha scatenato un dibattito non indifferente: immagini condivise contro il terrorismo; altre in cui persone affermano di essere fieri di essere musulmani; altre addirittura a favore di Hitler, rivendicando la libertà di pensiero; e c’è anche chi fa notare al CEO di FB che non ha mai espresso nessuna opinione né sdegno per le vittime in Siria, Palestina, Afghanistan e Iraq o per gli oltre 140 ragazzi uccisi in Pakistan a dicembre, dove le immagini della strage sono state puntualmente bannate, come tutti i contenuti ritenuti dall’algoritmo censoreo di Facebook non in linea con lo ‘standard’ dell’azienda. Insomma, il post di Zuckerberg si è rivelato un perfetto boomerang e moltissimi utenti si sono divisi sul noto social network.
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