Formazione e infanzia. Al via la Settimana Nazionale “Nati per Leggere”
NAPOLI – Dal 13 al 20 novembre avranno luogo gli appuntamenti previsti dalla settimana nazionale “Nati per Leggere”, il programma volto a promuovere la lettura in età precoce. A Napoli sarà possibile partecipare agli incontri presso il punto.Lettura al PAN | Palazzo Arti Napoli; all’Ospedale pedriatico Santobono e all’Istituto penitenziario di Secondigliano.
Il programma nazionale “Nati per Leggere” sarà impegnato, durante l’intera settimana, a sensibilizzare le famiglie al diritto alle storie per l’infanzia. Gli incontri previsti saranno numerosi su tutto il territorio nazionale.
Nati per Leggere, promuovendo la lettura per l’infanzia, si propone di prevenire lo svantaggio socio culturale e la povertà educativa; e di intervenire, con diverse iniziative, nelle situazioni di disagio e disinformazione. Le iniziative portate avanti dal programma si basano su evidenze scientifiche che vedono la lettura nei primi anni di vita come elemento fondamentale per la crescita del bambino.
Grazie al “punto.Lettura”, aperto tutti i mercoledì e giovedì e il secondo sabato mattina del mese, situato al terzo piano del PAN | Palazzo Arti Napoli, i bambini hanno l’opportunità di avvicinarsi ai libri e alle storie da leggere e ascoltare insieme, di fare l’esperienza della lettura #abassavoce. Qui si trova anche lo ScambiaLibro, una biblioteca circolante per bambine e bambini che prevede lo scambio e la raccolta di libri. Altra iniziativa, introdotta dal 19 dicembre 2012, è quella del punto.Bus, che stabilisce un collegamento tra il punto.Lettura e i quartieri periferici grazie a un bus fornito dall’Assessorato alle Politiche Sociali e da Napoli Sociale spa.
Per uno sguardo più ampio sulle attività di Nati per Leggere abbiamo rivolto le nostre domande a Tiziana Cristiani, referente regionale del programma.
Il ruolo della lettura nella crescita?
«La lettura per la crescita dei bambini sin dai primi mesi di vita, ma addirittura da quando sono nella pancia della mamma, ha un valore importantissimo. La voce dell’adulto, ma soprattutto del genitore che legge al bambino, favorisce lo sviluppo del cervello e il consolidamento delle strutture neurocelebrali. Queste sono evidenze scientifiche che si trovano alla base di un’attività semplice, accessibile a tutti. La promozione della lettura, soprattutto nei primi mille giorni, quindi nei primi tre anni di vita, ha un valore enorme dal punto di vista scientifico, ma anche relazionale ed emotivo. Durante la lettura si instaura infatti tra genitore e bambino una relazione molto forte, si aiuta il consolidamento del rapporto col proprio figlio, perché la percezione del bambino è che in quel momento il genitore sia dedicato completamente a lui o a lei. La lettura inoltre favorisce un allargamento dell’orizzonte del bambino, lo aiuta a capire il sistema di regole del mondo in cui vive, gli consente di acquisire il linguaggio, perché nei libri sono contenute le parole per nominare il mondo e il genitore lo accompagna in questo processo. Si intrecciano quindi tre livelli ugualmente fondamentali per lo sviluppo del bambino.»
E’ soddisfatta della partecipazione delle famiglie?
«Sì, ma mai abbastanza, perché il bisogno è enorme. Il nostro programma è nazionale, poi viene declinato a livello regionale e locale, proprio per andare a intercettare l’esigenza fino alla base. Noi diciamo che la nostra mission è quella di affermare il diritto alle storie di tutte le bambine e i bambini, vogliamo raggiungere tutti per garantire un’equità sociale. In biblioteca tipicamente entrano le persone già informate, le famiglie oggetto del nostro particolare interesse sono quelle che non hanno gli strumenti per raggiungere la lettura e le storie. Siamo soddisfatti perché facciamo tutto il possibile con le risorse che abbiamo. Siamo tanti, ma non siamo sufficienti per coprire tutto il fabbisogno, quindi saremo pienamente soddisfatti solo quando riusciremo a raggiungere tutte le famiglie. Il nostro lavoro è una ricerca, un’intercettazione dei bisogni che portiamo avanti, stabilendo delle alleanze sia col pubblico che col privato. I nostri obiettivi hanno a che fare con tutto il nostro Paese, con i bassissimi livelli di litteracy (Alfabetizzazione – ndr) che vogliamo contribuire a innalzare. A noi interessa che i bambini di oggi siano domani adulti capaci di pensare con il loro cervello, che sappiano compiere le proprie scelte, che a 18 anni sappiano entrare in una cabina elettorale e votare con la loro testa e non con quella di qualcun’altro. Fare questo da quando i bambini sono molto piccoli significa porre le basi per una società più equa».
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