Fumetti nella metro del Cairo per la nuova campagna antimolestie
CAIRO – E’ partita in questi giorni la campagna “E tu cosa faresti?” del movimento no profit Imprint, in collaborazione con Al Moltaqa Consulting & Training. Ennesima iniziativa che tenta di scoraggiare le molestie sessuali in Egitto? Sì, ma in una maniera del tutto innovativa. Per questa campagna infatti lo strumento comunicativo è il fumetto.
La Imprint, gruppo no-profit nato nel 2012, si occupa di lotta a ogni tipo di discriminazione e della diffusione di messaggi di diversità ed intercultura. Il tema dell’ultimo progetto del movimento è quello delle molestie sessuali, un argomento che, secondo il Direttore Generale Abdel Fattah al Sharkawy, è ancora poco noto ai cairoti. Dopo recenti convegni, workshop e conversazioni individuali, i membri del gruppo hanno notato come gli abitanti della Capitale egiziana non siano a conoscenza dei rischi e delle conseguenze delle molestie sessuali se non ne sono toccati direttamente.
Da qualche giorno, nelle stazioni della metropolitana del Cairo, sono distribuiti fumetti che riproducono scene di vita reale, pensieri e situazioni di donne vittime di molestie. Le illustrazioni sono opera di Ahmed Nady e le storie sono realizzate in collaborazione con il movimento Imprint, che ha attinto da storie vere riportate da vittime delle molestie. Vi si trovano riflessioni di donne nel momento in cui subiscono la violenza o le loro reazioni, in termini di flusso di coscienza, nel sentirsi sguardi poco graditi addosso. Il fumetto vuole dimostrare come la molestia abbia un impatto determinante sulle vite professionali e personali di queste donne e di come questo si riversi poi sull’intera società: una donna che non si sente sicura nei luoghi pubblici, è sintomo di una società con numerose falle.
Nelle storie riportate nel fumetto si possono leggere i pensieri delle donne. Ad esempio, una ragazza molestata riflette: “A volte mi sento come se il mio corpo fosse solo un pezzo di tessuto che copre la mia anima e mi dico che non sono io quella che viene toccata e che quelle parole non sono rivolte a me”. Subito dopo, nella storia, la donna si trova a discutere con degli uomini in merito all’abbigliamento più consono per evitare molestie. “È l’incubo peggiore di ogni donna – dichiarano da Imprint- pensare a ciò che si indossa ogni giorno per evitare scocciature. Eppure tutti gli studi rivelano che le molestie non dipendono dal tipo di abbigliamento”. Infatti, dati forniti dall’Egyptian Center for Women’s Right dimostrano che il 72% delle donne velate in Egitto hanno subito molestie.
Il fumetto si differenza da altri tipi di strumenti di promozione e comunicazione perché più che puntare sullo slogan si basa su storie, fatti reali, su cui la gente può maturare un’opinione, in cui immedesimarsi, farsi coinvolgere più direttamente. La campagna andrà avanti fino al 15 febbraio del 2016.
By Margherita Sarno