Gaudiano: “Le vicende del Napoli influenzano il nostro umore” (Parte II)
NAPOLI – Continua l’intervista a Giovanni Gaudiano, direttore del periodico “Napoli”. Nella prima parte dell’articolo abbiamo scritto di giornali e giornalismo a Napoli, ottenendo risposte molto interessanti. Di seguito pubblichiamo la seconda parte dell’intervista.
“Napoli” ha una sezione dedicata al calcio, ma anche rubriche di storia e cultura napoletana. E’ ideologia identitaria o marketing?
«Nessuna delle due. Non trattiamo neanche la politica napoletana, settore in grande fermento, soprattutto in questo periodo di elezioni. Abbiamo cercato di creare un prodotto che fosse di supporto alla nostra città. In uno dei numeri scorsi abbiamo parlato del Madre, museo che non tutti i napoletani conoscono, per veicolare una delle tante iniziative culturali della città che restano sconosciute. Le evidenziamo per invitare i lettori a seguirle. Oltre a dare notizia di questi eventi, come tanti comunicati stampa che si leggono, noi cerchiamo di dare una profondità alla loro presentazione.»
Perché il grande rilievo per la squadra di calcio del Napoli?
«Perché forse è l’unica grande squadra europea che si identifica completamente con la sua città; per noi napoletani il Napoli è quasi di famiglia, le sue vicende spesso influenzano il nostro umore. Influenzano anche l’editoria: se il Napoli vince si vendono più giornali, se perde, si vende meno. C’è un legame viscerale tra la città e la squadra e da lì siamo partiti anche per mostrare cosa la città potrebbe fare se solo ci fosse maggiore consapevolezza. Noi vogliamo sollecitare i lettori.»
Qual è il futuro del cartaceo?
«Molto incerto, anche per via dell’online e della televisione. Penso che il cartaceo rimanga comunque importante perché dà una sensazione di autorevolezza che un sito non darà mai. E in questo sono confortato dagli esiti dell’online negli USA, dove ha un utilizzo e una velocità di fruizione sicuramente maggiori di quanta ne abbia qui. I siti sono tanti, i cartacei rimarranno in pochi e faranno opinione, restando meno partigiani e facendo un’informazione aperta a tutti. In Italia abbiamo giornali cartacei che restano di un’eccellenza indiscutibile sia per contenuti che per organizzazione formale.»
Il futuro di “Napoli”?
«A luglio iniziamo il nostro secondo anno, abbiamo un sito praticamente pronto. La forma cartacea sarà il valore aggiunto al discorso che conduciamo sulla città; inoltre cerchiamo contatti per delle collaborazioni finalizzate a creare un polo. Non il solito network all’americana, ma un polo che permetta di raggiungere un pubblico da informare più ampio, mantenendoci lontani dalle manipolazioni e cercando di essere sempre riflessivi e approfonditi.»
By Riccardo Bruno