“Gramigna”, in fuga dalla camorra
AVERSA – Istituita dalla Preside, Prof.ssa Preziosa Diana, la settimana della Legalità dell’IPSSART di Aversa ha visto nel suo programma una serie di attività coinvolgenti per gli alunni dell’Istituto Alberghiero. Nella giornata di martedì 17 marzo si è svolta infatti, presso l’accogliente sala convegni dell’Istituto Rainulfo Drengot, la presentazione del libro “Gramigna” scritto dal luscianese Luigi Di Cicco e dal giornalista Dott. Michele Cucuzza.
“Gramigna” è la storia di Di Cicco, figlio di un noto boss dell’agro aversano, che però ha voluto tracciare un marcato confine tra sé e il suo malavitoso genitore, lottando per una vita intera contro la pregiudizievole appartenenza famigliare. La gramigna è notoriamente un’erbaccia, una delle più infestanti, ed è il simbolo di questa malavita imperante nel tessuto sociale.
Presenti all’evento, oltre agli autori, anche il giornalista Paolo Miggiano, moderatore dell’incontro; l’Avvocato Pasquale Fedele, Presidente dell’Associazione Forense Normanna; il regista Sebastiano Rizzo; l’Assessore all’Ambiente del Comune di Aversa Giuliana Andreozzi e la Preside dell’Istituto Prof.ssa Preziosa Diana.
Spronati anche dalle domande dei ragazzi, gli interventi hanno da subito toccato tematiche incandescenti: vivere come figlio di un camorrista; scrollarsi di dosso l’etichetta; costruirsi un futuro onesto, seppur umile; avere delle ambizioni, dei valori; sfatare il mito del “si vive bene con la pistola in tasca” e abbandonare la convinzione che la furbizia renda gli uomini migliori. Luigi Di Cicco, con un linguaggio semplice, vicino ai giovani, ha risposto alle tante curiosità degli studenti presenti in sala, invitando alla riflessione sulla scottante tematica, spiegando che “E’ meglio vivere con 10 euro al giorno, piuttosto che aderire al modello di vita camorristico”.
Di grande rilievo l’intervento del Dott. Cucuzza, volto noto televisivo e coautore del libro pubblicato nel 2013, edito da PIEMME: “Bisogna riportare la speranza in questi territori. Si porta avanti l’idea che la ricerca del benessere, del vivere bene, sia un obiettivo raggiungibile mediante la furbizia. Niente di più sbagliato. Il vivere bene è un nostro diritto legittimo. La politica va fatta per questo: per ottenere il bene comune, non per arricchire se stessi.”.
Troppo spesso i ragazzi sono portati a emulare l’esempio di pellicole e serie televisive che mostrano il mondo malavitoso come una favola rosa, dove il rispetto si guadagna con le pistole e la vita viene svenduta come un gettone da sala giochi. Combattere questo modo di interpretare le mafie è uno degli obiettivi principali della nostra società. A tale scopo Luigi Di Cicco contribuisce in un’associazione dal nome “Si può Fare”, con la quale porta avanti il suo esempio di onestà e coscienza. E a chi gli chiede se provi risentimento per questo genitore che ha marchiato la sua vita con le sue malefatte, risponde: “Non giustifico mio padre, ma lo amo. Mio padre ha vissuto molti anni in carcere, e da lì mi ha fatto capire quali erano i valori della vita. I camorristi accumulano ricchezze ma perdono il valore più importante: la libertà. Io sono un uomo libero”.
By Margherita Sarno