I servizi turistici a Napoli? In mano alla politica (Parte 1 di 2)

NAPOLI – L’8/8/2014 una Legge regionale ha istituito l’Agenzia per il Turismo e i Servizi di informazione e accoglienza turistica, SIAT, dismettendo gli Enti Provinciali per il Turismo e le Aziende autonome di soggiorno cura e turismo comunali. A cosa è servito? La scelta ha migliorato il servizio ai cittadini? Ne discutiamo con Enzo Troiano, dal 1992 al front-office informativo dell’AASCT di Napoli, tra i responsabili del QuiNapoli, periodico informativo edito dall’Agenzia.

Vincenzo Troiano, dismissioni per semplificare?

«Negli anni ’80 in Italia furono create le Aziende per il Turismo, ma in Campania no. Ovunque, i servizi turistici, sono affidati alle APT (Aziende per il Turismo – ndr) che sono un misto di pubblico e privato, ma senza l’efficienza che in Campania hanno gli EPT (Enti provinciali per il Turismo – ndr) e le AASCT (Aziende Autonome Soggiorno Cura e Turismo – ndr) pubblici. Non potendo ricreare le APT, rivelatesi fallimentari, e volendo assolutamente ‘innovare’, hanno creato l’Agenzia Regionale per il Turismo a Napoli che assorbirà EPT e AASCT.»

Quindi?

«Nei capoluoghi e sulle isole, gli EPT e le AASCT verranno soppiantati dai SIAT (Servizi Informazione Accoglienza Turistica – ndr) che però sono una commistione tra pubblico e privato! La Regione Campania ha anche bandito il concorso per il direttore dell’Agenzia, ma è tutto fermo causa elezioni. Se i vincitori avranno un colore politico diverso da chi ha emanato la Legge, sicuramente la modificheranno. Pare inoltre che il Premier Matteo Renzi voglia rendere nazionale la gestione degli enti turistici locali! Cambierebbe ancora tutto.»

Che situazione c’è in Campania?

«Qui, come in tutta Italia, gli enti turistici sono obsoleti, senza un’informatizzazione seria. Eppure, se vai in una città come Venezia, dall’enorme flusso turistico, il corrispondente del ‘QuiNapoli’ non esiste! Il turismo deve restare in mani pubbliche, che forniscono il servizio al turista anche in deficit di bilancio, mentre il privato persegue solo il profitto, e se subentrerà i turisti dovranno pagare tutto: dalle cartine alle informazioni!»

E a Napoli?

«Gli Enti Turistici hanno professionalità non facilmente rimpiazzabili. Da noi, all’AASCT, da qualche tempo però prendono gli universitari, e dopo brevi corsi gli fanno fare tirocinio al front-office in contatto diretto con i turisti, ma non saranno mai come me o i miei colleghi con anni di esperienza, che sanno come comportarsi, come reagire alle lamentele.»

Dunque l’accoglienza turistica a Napoli è affidata ai tirocinanti?

«Sì, c’è un grande turnover di tirocinanti e il servizio ne risente: non si può fondare un settore nevralgico come il turismo campano sui tirocinanti, seppur bravi. Tuttavia negli attuali enti turistici sono vecchi anche i dipendenti: io per esempio ho cinquanta anni e sono tra i più giovani! Bisognerebbe assumerli questi ragazzi che conoscono le lingue, farli lavorare assistiti dai colleghi più anziani. In pochi anni saranno competenti e offriranno un servizio ottimo. I più esperti di noi dovrebbero essere utilizzati prima della pensione non per fare i passacarte, ma per formare i giovani.»

A breve la pubblicazione della seconda parte dell’intervista.

By Riccardo Bruno

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