Immigrati. La “Belleville” di Foggia e Radio Ghetto
FOGGIA – Martedì 30 maggio alle ore 21:00, presso il Cineporto di Foggia con ingresso gratuito fino a esaurimento posti, sarà proiettato il cortometraggio “Belleville”, realizzato dal giornalista Francesco Bellizzi e il regista Roberto Tenace, coadiuvati dall’esperta in comunicazione Viviana Tiso. Il documentario è dedicato alla bidoneville di Rignano Garganico, cittadina a una ventina di km da Foggia, che ospita ogni estate oltre mille persone di origine africana durante la raccolta del pomodoro.
Il filmato è stato realizzato nell’arco di 10 mesi: un video racconto di 40 minuti che si snoda attraverso la narrazione di due senegalesi che gestiscono un albergo per immigrati nella vicina San Severo, i quali conoscono la dura realtà del ghetto, simbolo di vergogna per una terra che ancora non è riuscita a garantire i diritti a migliaia di migranti che ogni anno arrivano nei campi pugliesi.
Il titolo “Belleville” è stato suggerito da uno degli immigrati che ha collaborato al progetto e rimanda all’illusione della ‘bella vita’ che tanti di loro speravano di trovare una volta raggiunta l’Italia. Ma che una volta scoperta la realtà, cercano di nasconderla ai loro familiari, inviando loro solo foto scattate nel centro di Foggia.
Dal 2012 però i braccianti africani, dopo una lunga ed estenuante giornata di lavoro, si accomodano davanti una console musicale per raccontare, in più lingue, le loro speranze, e condividere le loro storie, denunciare la vita del ghetto e far sentire la propria voce sulle condizioni disumane in cui vivono, ma anche per far ascoltare un po’ di musica. La radio in questione si chiama “Radio Ghetto” e la frequenza è sempre la stessa: 97.00, tuttavia il mixer si monta ogni anno in una baracca diversa, perché la redazione è già andata a fuoco due volte. L’ultimo incendio è avvenuto nella notte del 3 marzo scorso, due giorni dopo l’inizio dello sgombero della baraccopoli effettuato dalla DDA di Bari, operazione in cui sono rimasti uccisi due cittadini malesi di 33 e 36 anni. Si ipotizza che a causare l’incendio sia stato lo scoppio di due bombole utilizzate dai migranti per cucinare e riscaldarsi. Intanto un’altra stagione sta iniziando e centinaia di braccianti africani, ma anche italiani, come il caso di Paola Clemente, saranno ingaggiati per soli 2 euro l’ora in Puglia, Sicilia, Toscana e in Trentino, vittime di un caporalato che li considera braccia anonime e non esseri umani.
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