Iran. 9000 tonnellate di uranio arricchito in viaggio verso la Russia
TEHERAN – Oltre 9.000 tonnellate di uranio arricchito raggiungeranno il confine russo nelle prossime settimane. La notizia è trapelata poche ore fa dall’agenzia di stampa iraniana IRNA, in seguito a un comunicato di Ali Akbar Salehi, capo dell’Organizzazione dell’energia atomica iraniana.
La notizia, già preannunciata giovedì scorso durante un’intervista, è stata confermata in mattinata dallo stesso Salehi, aggiungendo inoltre che le operazioni di transizione saranno svolte nella piena trasparenza e sotto la supervisione dell’International Atomic Energy Agency. Le scorte iraniane saranno poi sostituite con altrettanti rifornimenti inviati da Mosca, di quello che in gergo viene indicato con il nome di yellowcake, una miscela composta da vari ossidi di uranio, il cui maggior componente è l’octaossido di uranio finalizzato per scopi non bellici, come assicura anche il governo russo.
Dopo anni di trattative pare sia giunta al capolinea la battaglia contro il nucleare iraniano. Prima dei negoziati di Vienna, terminati con successo nel luglio scorso, il fronte sulle trattative nucleari sembrava essere ancora bollente dopo i no delle autorità iraniane alle richieste del Ministro degli Esteri francese, Fabious; e del direttore generale dell’International Atomic Energy Angency, Yukiya Amano, di effettuare controlli periodici a tappeto in tutte le centrali iraniane. L’accordo storico infatti, siglato il 14 luglio scorso tra le 5 potenze nucleari mondiali, in merito alla questione iraniana prevede che le scorte di uranio a basso arricchimento vadano ridotte a 300 chili, esportando le riserve eccedenti al di fuori del perimetro nazionale. Inoltre, uno dei punti su cui la trattativa è stata sul punto di naufragare più volte, è quello in merito alle già citate ispezioni nelle centrali di cui la Francia ne ha fatto il proprio cavallo di battaglia: è stato accettato dalle autorità iraniane, insieme ad altre direttive, in cambio di vantaggiosi sgravi per il governo, che potrà usufruire di ingenti somme patrimoniali depositate all’estero e momentaneamente congelate da Europa e Stati Uniti. In più sarà concessa l’importazione di tecnologie e macchinari anche per scopi militari. Un nuova era insomma per il nucleare, che probabilmente ancora per molto tempo influirà sugli assetti geopolitici mondiali.
By Federica Mandara