Iran accusa Arabia Saudita: “bombardata nostra ambasciata in Yemen”
TEHERAN – Questa mattina il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Hussein Jaber Ansari, ha riferito alla tv di Stato della Repubblica Islamica che l’ambasciata iraniana in Yemen sarebbe stata oggetto di decine di attacchi aerei da parte dei sauditi, bombardamenti che hanno provocato il ferimento di alcuni dipendenti.
Pochi giorni fa l’esecuzione del leader sciita Nimr al-Nimr in Arabia Saudita, oggi l’attacco all’ambasciata iraniana in Yemen, pare non si voglia placare la battaglia diplomatica tra Iran e Arabia Sudita. A muovere l’accusa dell’attacco sarebbero stati alcuni testimoni, residenti del posto: tra loro un soldato che era di guardia davanti all’ambasciata iraniana a Sana’a; e anche il Ministro degli Esteri iraniano, Ansari, che ha così dichiarato: “Questa azione deliberata dell’Arabia Saudita è una violazione di tutte le convenzioni internazionali che prevedono la protezione delle missioni diplomatiche. Il governo saudita è responsabile dei danni causati e delle condizioni dei membri del personale che sono stati feriti”.
L’Arabia Saudita invece ha completamente negato che i suoi aerei abbiano colpito la sede del’ambasciata iraniana nello Yemen, ma ammette raid intensi: “Gli aerei della coalizione hanno compiuto intensi attacchi a San’a, prendendo di mira piattaforme missilistiche usate dal gruppo houhti per lanciare attacchi contro l’Arabia”, ha detto in una dichiarazione, citata dalla tv satellitare Al Arabiya, il generale Ahmed al Assiri, portavoce della coalizione araba a guida saudita. Per questa ragione il Ministro iraniano Ansari, in risposta alla provocazione, ha deciso di vietare l’import di qualsiasi prodotto proveniente dall’Arabia Saudita, oltre che il divieto del pellegrinaggio alla Mecca fino a nuovo ordine. Le importazioni dall’Arabia Saudita in Iran ammontano a circa 60 milioni di dollari e consistono soprattutto di imballaggi e prodotti tessili. Mentre quelle dall’Iran verso l’Arabia Saudita consistono principalmente di acciaio, cemento e prodotti agricoli, per un valore di 130 milioni l’anno. Le relazioni diplomatiche dunque tra i due paesi sembrano essersi definitivamente interrotte, innescando una battaglia che tutti sperano ormai resti solo diplomatica.
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