Isis. Secondo gli 007 è più a rischio il resto d’Europa che l’Italia
ROMA – Una bandiera nera issata sul Colosseo di Roma, tanto è bastato per creare scompiglio e terrore in proiezione di un ipotetico attacco terroristico da parte dell’Isis, ma nulla viene dato per certo, non essendoci prove evidenti di pianificazioni in corso di un attacco alla Capitale italiana.
“La minaccia del terrorismo internazionale interessa anche l’Italia, potenziale obiettivo di attacchi pure per la sua valenza simbolica di epicentro della cristianità evocata, di fatto, dai reiterati richiami alla conquista di Roma presenti nella propaganda jihadista”, questo è quanto si legge nella relazione di servizi segreti italiani, e ancora: “Ad oggi non sono comunque emerse attività o pianificazioni ostili in territorio Nazionale riconducibili allo Stato Islamico o ad altre formazioni della jihad globale”.
Il rischio maggiore di nuovi attacchi terroristici però, secondo la relazione dell’Intelligence, esisterebbe nel resto d’Europa a opera di emissari addestrati e inviati dall’Isis, o da altri gruppi come quelli che ancora fanno riferimento ad Al Qaeda; i foreign fighters; gli amici; i parenti; le donne o le mogli “attratte dall’eroismo dei propri cari, specie se Martiri”.
Nella relazione si legge anche che “in Europa la minaccia terroristica di matrice jihadista, attestata negli ultimi anni su livelli significativi ma stabili, nel 2014 ha fatto registrare un invece trend crescente”, culminato nel gennaio scorso nell’attentato di Parigi a Charlie Hebdo. Nella relazione dei servizi segreti italiani si sottolinea infatti che, dati gli eventi di Parigi, “la minaccia concreta trova il profilo di maggiore insidiosità nell’estremismo ‘di casa’, un’area interna ai Paesi, di consenso verso la jihad violenta, che spesso riflette processi di radicalizzazione individuali ed invisibili”. L’intelligence rivela anche che il rischio di nuovi attacchi in territorio europeo, e più in generale in Occidente, rimanda alle più recenti evoluzioni del quadro della minaccia, caratterizzato dalla progressiva affermazione di Al Baghdadi e dalla connessa, rivitalizzata effervescenza della jihad globale”.
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