Istruzione. A Marano la scuola 3.0 dell’Istituto “G.Siani”
MARANO – Il mondo sta cambiando e ce ne rendiamo conto tutti i giorni. La cultura scolastica, che si avvicina sempre di più alla dimensione del digitale per via dell’utilizzo di strumenti informatici, è protagonista di una serie di processi che puntano a nuove modalità di condivisione del sapere.
Viviamo oggi in una società in cui per rivoluzione tecnologica intendiamo non solo l’introduzione e l’uso massiccio della tecnologia, ma anche il modo in cui il sapere si crea, si alimenta e si propaga. Per questo motivo è importante che tutte le Istituzioni e coloro che si occupano di processi educativi, impongano una riflessione profonda circa le nuove didattiche digitalizzate e integrarle a quelle tradizionali.
È necessario ragionare ora in termini informatici e computazionali, per essere al passo coi tempi, accogliendo l’idea di proporre una nuova didattica che stimoli l’alunno a sviluppare più veloci capacità di apprendimento, logica, sviluppo di contenuti anche attraverso modalità ludiche. Tutti questi obiettivi rientrano nella mission della scuola “G. Siani”, 3 C.D. di Marano di Napoli. Comune della Città metropolitana di Napoli.
L’istituto sta infatti attuando una serie di attività laboratoriali volte a favorire il processo di inclusione, col quale si intende rendere l’alunno protagonista attivo della costruzione delle proprie conoscenze. La scuola risulta inoltre tra quelle ammesse al finanziamento del Progetto del Piano Nazionale Scuola Digitale “Atelier creativi”, per avere così la possibilità di realizzare un FABLAB, ovvero uno spazio innovativo e modulare grazie al quale i bambini sviluppano competenze inerenti all’artigianato, alla manualità, alle tecnologie.
Frequentando laboratori didattici, aventi per oggetto strumentazioni in grado di rafforzare competenze trasversali e di elettronica educativa, vengono apprese nozioni riguardo la logica e il pensiero computazionale. Tra le tante attività svolte dai ragazzi durante il corso dell’anno vi è il tinkering, ovvero uno degli approcci educativi che rappresentano oggi la frontiera dei metodi dell’educazione informale, e attraverso l’utilizzo e l’assemblaggio di vario materiale a disposizione, il bambino realizza progetti legati alla scienza e alla tecnologia: piccoli robot, mini circuiti elettrici, meccanismi e sistemi che funzionano a reazioni a catena.
Nell’ambito sempre di laboratori pensati come luoghi di creatività e innovatività, i ragazzi sono stati coinvolti nelle attività concernenti il coding, processo che offre al bambino lo sviluppo di un pensiero computazionale e l’attitudine a risolvere problemi più o meno complessi. Non manca poi anche la collaborazione con il territorio di Marano e zone limitrofe, in cui ruolo attivo hanno l’ASL e i centri sociali per l’inclusione. Tanta attenzione infatti viene posta su ciò che riguarda l’infanzia e i disturbi comportamentali dei bambini, ai quali la scuola, in rete anche con il centro Paides (Polo Aziendale di Intervento sui Disturbi generalizzati dello Sviluppo – ndr), offre supporto e supervisione da parte di esperti.
Insomma, una scuola 3.0 che parte dalla consapevolezza che sia importante riportare al centro la didattica laboratoriale, per far sì che l’alunno apprenda concetti e nozioni che gli saranno utili per il futuro e che già lo proiettino in una visione lavorativa.
In allegato alcuni video che mostrano le varie attività laboratoriali e la video intervista alla preside della scuola, la Prof.ssa Silvana Noviello.
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