Istruzione. Napoli approva la Carta di cittadinanza dei soggetti in formazione
NAPOLI – Venerdì 12 febbraio si è tenuto un incontro tra le associazioni rappresentative degli studenti del territorio napoletano e il Sindaco di Napoli Luigi de Magistris. L’incontro, svoltosi nel pomeriggio, è stato cruciale per l’approvazione della tanto attesa “Carta di cittadinanza dei soggetti in formazione”, ossia uno statuto volto a tutelare diritti e doveri degli studenti, considerati soggetti in formazione, al fine di assicurare loro la condizione di welfare municipale, per la quale la Rete della Conoscenza si batte da anni.
L’approvazione della delibera da parte del Consiglio comunale è stata una vittoria per tutti gli studenti, ben oltre 350.000 nella sola città di Napoli. Si è riusciti a difendere i diritti di una fascia sociale molto a rischio, frequentemente colpita dai continui processi di privatizzazione e mercificazione di cui il mondo del ‘sapere’ è vittima, processi che hanno reso l’istruzione un lusso, escludendo chi purtroppo non dispone di mezzi economici per continuare il proprio processo di formazione, sia culturale che lavorativa.
La Carta dei Principi, questo è il nome della proposta avanzata dai membri della Rete della Conoscenza, si prefissa dunque come obiettivi la partecipazione alle decisioni che riguardano i luoghi dove gli studenti vivono, e la fruibilità di agevolazioni per prendere parte alla vita dei luoghi di cultura quali cinema, teatri, musei, biblioteche, l’utilizzo di mezzi di mobilità urbana, con il relativo prolungamento delle corse notturne dei mezzi pubblici, al fine di garantire l’autonomia dei soggetti in formazione.
L’approvazione delle proposte avanzate dai portavoce del corpo studentesco napoletano lascia ben sperare, anche perché si propone così la sperimentazione di un nuovo modello di convivenza, che è alternativo a quello imposto dagli schiaccianti valori economici imposti dal Governo centrale italiano. E’ dunque riconosciuta la cittadinanza napoletana ai soggetti in formazione, e a partire da tale precedente è stata lanciata in tutta Italia, dalle reti studentesche, la campagna “Le città invisibili”, perché venga riconosciuto su tutto il territorio nazionale il diritto alla cittadinanza nel relativo luogo di formazione degli studenti, e dunque la partecipazione alla vita e al territorio che in qualche modo gli appartiene e che, grazie a questa delibera, non saranno più invisibili.
Le reti studentesche quindi, partendo dall’esempio partenopeo, si impegnano a richiedere agli Enti Locali la promozione attiva dell’autodeterminazione dei soggetti in formazione, per incalzare anche il Governo al fine di promulgare una legge nazionale che tuteli non solo il diritto allo studio, ma anche il diritto al welfare universale per ogni soggetto intento nell’impegno di realizzarsi culturalmente.
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