Kalashnikov, armi di pace
MOSCA – Il marketing è guerra. Lo hanno inventato gli americani, lo perfezionano i russi. Nella giornata di ieri, Sergey Chemezov, il direttore generale della società Rostec, impresa statale russa che fornisce armi e servizi in oltre 70 Paesi nel mondo, istituita da Putin alla fine del 2007 per promuovere lo sviluppo, la produzione e l’esportazione di prodotti industriali hi-tech per il settore civile e la difesa, ha presentato una campagna pubblicitaria dal costo di 300mila euro per la diffusione dell’aggiornato storico logo Kalashnikov, azienda della quale detiene una quota di controllo, con un più moderno e ‘inglese’ CK: “Concern Kalashnikov”.
“Nel tentativo di espandere la nostra presenza globale, dobbiamo fornire i nostri prodotti alle altre regioni come il Sud America, America Latina, Africa, Nord Africa, India e Asia”, queste le parole di Chemezov, circondato da bellissime modelle con in mano cartucce e caricatori dell’efficientissimo fucile russo, dotato del nuovo logo e di una nuova linea commerciale, pur mantenendo la conosciutissima caratteristica curva dei suoi caricatori. Lo slogan della campagna pubblicitaria? “Armi di pace”.
Il messaggio è chiaro, stiamo arrivando per mettere pace lì dove gli Stati Uniti d’America stanno facendo la guerra. Non a caso il principale territorio di espansione del marchio CK, che non è da confondere con Calvin Klein, è situato proprio ai confini della Nazione americana o lì dove sono in corso le guerre della NATO.