La Legge è chiara. Comune di Roma va sciolto per mafia
ROMA – Esistono città di serie A e città di serie B o la Legge è uguale per tutti? Ha ragione il Movimento 5 Stelle a chiedere lo scioglimento del Comune di Roma in seguito alle infiltrazioni mafiose scoperte dalle indagini della Procura di Roma con l’operazione “Mafia Capitale”, che per il momento ha portato l’arresto di 37 persone e un centinaio di indagati, anche l’ex sindaco Alemanno, tra politici, mafiosi e imprenditori.
Certo al momento il Sindaco Ignazio Marino non è indagato (Proprio ora è a ‘rapporto’ dal presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone – ndr), anzi sembra vittima della sua stessa squadra, intesa sia come partito che come staff amministrativo, tuttavia ci sarebbe un finanziamento a suo favore da parte di Salvatore Buzzi, capo della Cooperativa 29 giugno, ‘equilibrista’ di sinistra e braccio destro della destra ‘nera’ di Massimo Carminati, entrambi agli arresti: 30mila euro in totale prima delle elezioni comunali, 10mila dalla coop 29 giugno e 20mila dal consorzio Eriches 29.
I precedenti sono numerosi e non necessitano dell’arresto del Sindaco né di indagini a suo carico: Salemi, l’ex comune di Vittorio Sgarbi; i Comuni di Pagani, in provincia di Salerno; Gragnano, nel Napoletano; Bova marina e Platì in Calabria; Leinì, il Comune del torinese più volte al centro di indagini per ‘ndrangheta, e tantissimi altri ancora. La Legge è uguale per tutti o la Capitale merita un trattamento speciale?