Legalità e sicurezza. Magistrato D’Onofrio: “Più la popolazione parla, più il camorrista è deriso.”
POMIGLIANO D’ARCO – Ieri, 6 marzo 2015, i club Lions di Acerra Valle di Suessola e di Pomigliano D’Arco, unitamente al Centro Studi A.S.O. Campania, hanno tenuto il convegno su legalità e sicurezza, presso la Biblioteca Comunale pomiglianese, con la partecipazione di note Autorità operanti sul territorio partenopeo.
La Sala della Biblioteca Comunale di Pomigliano D’Arco ha ospitato ieri il Service Legalità e sicurezza, organizzato dai Lions Club di Acerra Valle di Suessola e di Pomigliano D’Arco. Ricorrendo all’etimologia latina del termine sicurezza (Sine cura, senza preoccupazione – ndr), il Dott. Eduardo Sorrentino, presidente del Centro Studi A.S.O., Amici Spontaneamente Organizzati, Campania, nuova organizzazione sociale apartitica e no-profit, ha sottolineato l’impossibilità di ipotizzare un futuro nel quale il rischio, in senso lato, non sia presente nella vita quotidiana ma, come da lui affermato, “l’applicazione delle norme di sicurezza rende più difficile il verificarsi di eventi dannosi e si traduce sempre in una migliore qualità della vita”.
Tra le proposte di rilievo, avanzate dagli Amici Spontaneamente Organizzati, ci sono: l’inclusione della cultura della ‘cosa pubblica’ nelle scuole; la creazione di una sinergia tra le forze dell’ordine e la cittadinanza, mediante una costante ricerca reciproca; e l’alimentazione nella coscienza del cittadino della convinzione che le illegalità debbano essere denunciate. Sulla scia di questo ultimo punto, molto forte è stato l’appello del Colonnello Luca Corbellotti, Comandante del gruppo Carabinieri di Napoli 2: “Parlate, non tacete! Lamentatevi delle piccole cose, perché è dalle piccole cose che si costruisce per fare le cose più importanti.”. Il Colonnello inoltre ha evidenziato l’importanza del rispetto della legalità come condizione per una maggiore sicurezza: “Legalità è una cosa che noi dovremmo avere quale intima convinzione che il rispetto di quella regola, che è posta a tutela di un determinato Diritto, consente a noi di vivere in maniera più libera, più serena e più sicura”.
Molto rilevante l’intervento del magistrato distrettuale antimafia, Vincenzo D’Onofrio, secondo il quale il cittadino si configura come un “ufficio” in cui il dovere normativo è affiancato dal dovere morale. È sul tema etico che il PM si è soffermato energicamente, per disincantare i presenti sul cosiddetto “inganno collettivo”, secondo cui il soggetto incriminato, essendo stato assolto, passa poi per persona perbene: “Quando vi trovate di fronte a un comportamento, anche se esso non costituisce reato, dovete domandarvi: è un comportamento eticamente corretto? Se non lo è, quel comportamento sta violando il principio di legalità sociale.”. Importante per il Magistrato è anche il ricorso al principio di affidamento, grazie al quale ognuno svolge i propri compiti confidando che l’altro, con sicurezza, svolga i suoi. Secondo D’Onofrio infatti, solo in questa prospettiva di fiducia reciproca e nella Repubblica, si possono combattere la mafia, la ‘ndrangheta e la camorra, alle quali non conviene stare in territori dove vige il principio dell’affidamento, e quindi, dove la gente parla. Perché, come affermato dal Magistrato: “Più la popolazione è silente, più il camorrista acquisisce prestigio. Più la popolazione parla, più il camorrista è deriso!”.
By Miriam Lanzetta