Libri. Da Rogiosi “La fortuna di Caravaggio nell’Ottocento napoletano”
NAPOLI – Venerdì 18 gennaio, ospite del Gran Caffè Gambrinus, Alessandra Trifari ha presentato “La fortuna di Caravaggio nell’Ottocento napoletano”, opera da lei composta per la collana “Il Merito di Napoli”, pubblicato da Rogiosi Editore.
Accompagnata da Andrea Corona e Stefano Cortese, Alessandra Trifari, laureata in Archeologia e Storia dell’Arte, ha raccontato al pubblico il suo volume dedicato alla riscoperta di Caravaggio durante l’Ottocento napoletano. Stefano Cortese, a sua volta autore del volume “Le mie stagioni, di Carmine Cortese” della stessa collana, ha introdotto il progetto: “Lo scopo è quello di evitare che tesi con una certa rilevanza siano lasciate nel dimenticatoio e possano invece diventare parte di una collana non destinata agli addetti ai lavori, ma al pubblico e agli appassionati”. Corona, che è un critico letterario, ha aggiunto: “Alessandra ha fatto un lavoro notevole. In questo libro analizza il percorso vissuto nei confronti di Caravaggio: l’entusiasmo iniziale per l’autore, l’inspiegabile oblio, seguito da un ritorno, diretto o indiretto, al Caravaggio nell’Ottocento napoletano”. La parola è passata poi alla Trifari, che ha esposto il tema del libro e ne ha approfondito alcuni aspetti, come la scelta di focalizzarsi sui quattro autori napoletani da lei presi in analisi: Michele Cammarano, Antonio Mancini, Vincenzo Gemito e Achille D’Orsi.
Al termine della presentazione abbiamo raggiunto l’autrice per porle alcune domande.
Come è venuta a conoscenza del progetto?
«Ho saputo, tramite amicizie, di questa selezione tra tesi di laurea in diversi ambiti: letteratura, cinema, storia dell’arte, aventi però Napoli come tema centrale. Ho inviato il mio lavoro e sono stata selezionata insieme ad altri cinque autori. È la prima annata di questa iniziativa, ma si sta lavorando già per la seconda. È interessante per me perché è un progetto che non prevede dei compromessi a livello economico, ma è tutto volto a valorizzare la ricerca che noi studenti abbiamo fatto.»
Avete apportato modifiche alle tesi, prima della pubblicazione?
«Abbiamo dovuto attuare una grandissima scrematura, nel mio caso soprattutto per la bibliografia e le fonti, aspetti che potrebbero non interessare tutti e risultare pesanti nell’insieme. Ho ridotto il testo notevolmente, ed è stato fatto per rivolgerlo a un pubblico più variegato: non solo all’appassionato, ma anche al profano.»
Ha in mente di scrivere altro in futuro?
«Sto lavorando già da diversi anni a un romanzo basato su una storia puramente di fantasia, ma ricca di dettagli storico artistici, per quanto riguarda i personaggi del libro: l’obiettivo è istruire, indirettamente, chi non ha conoscenze artistiche approfondite, presentando loro una storia prettamente romanzata.»
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