Libri. Presentato “Da grande volevo fare il dottore degli animali”
NAPOLI – Venerdì 18 maggio alle ore 18:00, alla libreria “Pacifico” di Piazza Dante è stato presentato il libro “Da grande volevo fare il dottore degli animali”, scritto da Imma Paone per Nuvole di Ardesia edizioni. Il ricavato dalla vendita sarà devoluto all’associazione A.B.E.T.A. che si occupa della difesa e tutela degli animali. Il testo è stato introdotto dallo scrittore Roberto Todisco, che ne ha curato la prefazione.
La prima parte del libro è composto undici storie dal tono favolistico, emozionanti e tenere, undici storie che la scrittrice ha vissuto nella sua esperienza di medico veterinario. Racconti di animali salvati, curati e ritrovati, storie che la Paone pubblicava sul web e che successivamente sono state raccolte nel libro, impreziosite dai disegni di una giovanissima illustratrice, Aurora Cantone.
Roberto Todisco al riguardo ha spiegato: “Il libro è il simbolo dell’impegno e della generosità. Ho visto fare alla dottoressa la respirazione bocca a bocca a un gatto piccolissimo nel tentativo di salvarlo. Assistere ad alcuni eventi non può che segnarci; alcune delle storie presenti ci proiettano in un modo di generosità, amore e lavoro duro, altre ci conducono direttamente in sala operatoria dove spesso vi è la necessità di prendere decisioni velocemente e coordinare il lavoro. Nella prefazione ho citato Roberto Saviano: la vera rivoluzione sta nel fare bene il proprio lavoro”.
La seconda parte del libro è ricca di consigli utili e suggerimenti per il benessere degli animali, le risposte a cui, negli anni, la dottoressa ha fornito alle domande dei clienti: viaggiare con i cani, la toxoplasmosi e la gravidanza, le regole d’oro per educare il cane. Questa seconda parte è arricchita anche dal trattamento di alcuni argomenti come la sterilizzazione, l’obesità o la cistite.
Imma Paone ha preso la parola, e dopo aver ringraziato gli intervenuti ha raccontato alcuni aneddoti sul libro. Al proposito della destinazione degli incassi ha spiegato: “l’idea di fare della beneficenza mi sembrava la più carina; aiutare i randagi è qualcosa che già facevo e faccio a mie spese, in questo modo sarebbe stato più semplice sostenerne i costi. Con gli incassi raccolti finora ho comprato crocchette, farmaci e giochi”.
Al termine della presentazione abbiamo rivolto le nostre domande all’autrice.
Ci descrive il libro?
«Undici racconti realmente accaduti in ambulatorio, qualcuno più divertente, qualcuno meno, con una morale finale. Ai racconti ho aggiunto un’integrazione finale fatta di consigli pratici su come gestire un cane o un gatto perché purtroppo molti non sono ancora capaci di farlo. Roberto Todisco, che ha curato la prefazione, è un amico e un cliente; una delle storie presenti nel libro riguarda il suo gatto, bloccato a causa della cistite.»
Dove finirà il ricavato della vendita del libro?
«L’associazione A.B.E.T.A. è nata a Portici. Quando scrissi il libro ne ero vicepresidente. Gestisce e cura dei randagi che sono in zona: l’associazione ha un gattile e un canile, ovviamente non nel senso stretto della parola, gestito dai volontari. I soldi restano in cassa e ogni volta che i cani e i gatti hanno bisogno di farmaci, interventi o semplicemente crocchette, i soldi vengono presi dalla cassa e comprati con tanto di scontrino. Tutto è molto chiaro e infatti, quando è iniziato questo progetto, avevo la premura di fotografare le fatture per rendere quanto più limpido il passaggio dei soldi.»
A chi è destinato il libro?
«A un pubblico vasto. Ci sono storie per bambini, le più simpatiche, con un finale allegro. Altre storie sono invece più crude, quelle magari vanno ovattate ai bimbi, mentre l’adulto può leggerle tranquillamente.»
Il fine del libro?
«Sensibilizzare ancor di più le persone che hanno animali. La situazione è migliorata di molto, oggi non si parla neanche più di ‘padrone’. Volevo fornire un apporto e sensibilizzare maggiormente. C’è un forte senso di immersione in alcuni passaggi: sembra, a chi legge, di vivere in prima persona quelle storie, fare le radiografie, intervenire sull’animale. Mentre scrivevo raccontato ciò che provavo. Non è stato ricercato, mi è piaciuto perché è venuto da solo e spero che le persone abbiano colto la volontà di migliorare il rapporto con gli animali.»
E’ alto il costo per prendersi cura di un animale?
«In realtà è un luogo comune, cioè non è così costoso come si pensa. Il tutto è legato al discorso che noi siamo strutture private, nulla è passato dall’ASL. Tutto sommato si spende per la cura degli animali, con più sacrifici rispetto ad alcuni anni fa, ma si fa.»
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