L’uomo del futuro somiglierà a un alieno o sarà estinto
WASHINGTON – Una recente ricerca americana ritiene che la fisionomia dell’uomo del futuro si modificherà prepotentemente tra circa 100mila anni.
Alla Washington University infatti, due esperti in genomica computazionale, Alan Kwan e Nickolay Lamm, con il contributo di un’equipe di genetisti, hanno rilevato la possibilità che la morfologia del corpo dell’essere umano possa variare. Ciò sarebbe dovuto soprattutto ai cambiamenti climatici che il nostro Pianeta sarà costretto ad affrontare nel corso della storia.
Il Dottor Kwan in particolare, ha dichiarato che tra 100mila anni la Terra subirà una riduzione della luminosità e i nostri occhi diventeranno più grandi, con palpebre più spesse, e ci sarà inoltre consentito chiudere gli occhi lateralmente. Mentre l‘altro esperto in materia, il Professor Lamm, ha aggiunto che l’uomo modificherà la dimensione della sua testa in modo tale da ospitare un cervello più voluminoso, rispetto a quello del nostro millennio. Le generazioni future avranno anche una fronte più spaziosa, definita quasi aliena, con narici più ampie e soprattutto una pigmentazione più scura della pelle, per alleviare gli effetti dannosi dei raggi ultravioletti.
La visione futuristica dei due scienziati, per molti critici è una veduta utopistica della realtà, in quanto, causa la violenza dell’uomo sull’ambiente, la Terra potrebbe diventare un luogo non abitabile dagli esseri umani. Infatti, un ulteriore studio ha rilevato che negli ultimi 130 anni la temperatura è aumentata di 0.84 gradi. Ciò sembrerebbe una condizione accettabile, ma in termini geologici il quadro è ben diverso: l’ultima glaciazione, conclusasi circa 10mila anni fa, ha registrato fino a oggi una variazione di soli 7 gradi, ma con la velocità di variazione registrata nell’ultimo secolo, un tale aumento si registrerà in ‘appena’ 850 anni circa. Ciò non comprometterebbe l’esistenza del pianeta Terra, ma quella dei suoi abitanti sì.
Dati che dovrebbero far riflettere sulla condizione attuale del Pianeta, ma in che modo potremmo aiutarlo?