Mai Più Violenza Infinita: Donne e Istituzioni, tra ostacoli e pregiudizi
NAPOLI – La sala del Consiglio metropolitano, la mattina di venerdì 18 marzo ha ospitato il Forum Donne e istituzioni: due realtà a confronto tra ostacoli e pregiudizi, a cura dell’Associazione Mai Più Violenza Infinita, per analizzare la figura della donna all’interno della società civile.
«Siamo inorridite», ha dichiarato Virginia Ciaravolo, presidente dell’associazione Mai Più Violenza Infinita, spingendo l’attenzione dei presenti, tra i quali esponenti della Pubblica Amministrazione, delle Forze dell’Ordine, dell’imprenditoria e della ricerca, insieme a giovani studenti, sulla confusione del Piano di Azione Straordinario del Governo contro la violenza di genere, in cui le associazioni chiamate a partecipare a un osservatorio della regia politica sono state scelte con criteri sconosciuti, mentre quelle che sopperiscono ai compiti in cui lo Stato si era impegnato in quel ‘bugiardino’, ossia la valutazione del rischio, presa in carico, protezione, reinserimento socio-lavorativo e recupero maltrattati, si ritrovano ad agire completamente demonetizzate, lasciate a intervenire da sole con professionalità e competenze non sempre adeguate. E intanto, benché i dati statistici suggeriscano il raggiungimento di una pari presenza di donne e uomini nei vari settori lavorativi, le relatrici intervenute hanno individuato un effettivo squilibrio di genere nei meccanismi che legano la donna al mondo del lavoro, in particolare nelle posizioni dirigenziali, come per esempio nel Consiglio di amministrazione della Cassa Forense, dove vi sarà una sola donna a rappresentare circa 120.000 avvocatesse, così solo 2 tribunali su 17 hanno una dirigenza femminile, richiedendo professionalità acquisite parallelamente all’attività giurisdizionale che fa ben prefigurare le difficoltà che un magistrato donna, moglie e madre al tempo stesso, possa incontrare.
Rilevante il dato riportato dal vicepresidente dell’associazione Mai Più Violenza Infinita, Rosa Praticò, rappresentante del mondo imprenditoriale in qualità di esponente del Consiglio Direttivo Confcommercio, relativamente al principale motivo di abbandono del posto di lavoro da parte delle donne, quale la volontà di curare i figli e la famiglia, con un 40% a fronte del 3% di uomini che lascia il lavoro per lo stesso motivo.
Acceso il dibattito anche sulla questione religiosa: a una donna, penalizzata da un’interpretazione legata al sistema patriarcale dei testi sacri, scritti da uomini, la Dott.ssa Giuliana Volpe, prendendo la parola dal pubblico, ha contestato l’illegittimo allontanamento dal diaconato, richiamando passi delle Sacre Scritture in cui Cristo rende le donne annunciatrici, serve e figlie di Dio.
Ha concluso gli interventi Iolanda Ippolito, criminologa e donna in divisa, portando alla platea un chiaro esempio personale di discriminazione di genere all’interno di un’amministrazione pubblica, che ha avuto fine solo grazie a una lotta determinata e coraggiosa, perché come suggerito dalla Dottoressa ai giovani presenti, “Bisogna alzare la voce per rivendicare i propri diritti, con pazienza e motivazione arrivano grandi soddisfazioni”.
By Miriam Lanzetta