Milano. Report dall’assemblea nazionale “Non una di meno”
MILANO – Sabato 3 febbraio al Macao di Milano si è svolta l’assemblea nazionale del movimento “Non una di meno”, indetta per l’organizzazione dello sciopero dell’8 marzo, tuttavia non confermato a causa della vicinanza con la scadenza delle elezioni politiche, per le quali si adotta il sistema della “franchigia”, cioè un periodo compreso tra i 3 e i 5 giorni nei quali non è consentito scioperare.
Il giorno dell’8 marzo è comunque molto sentito dalle attiviste del movimento, che si dicono pronte a dispiegare tutte le forze necessarie affinché si decreti lo sciopero, che vuole essere megafono di un disagio sociale.
Nonostante l’idea dello sciopero sia stata partorita in seno al movimento, definibile come trans-gender-femminista-antispecista, esso scavalca le tematiche legate solo al mondo femminile o di gender per convogliare tutto il malessere sociale scaturito dalle forme di sfruttamento. Per questo si vuole costruire uno sciopero che sia globale, dunque uno sciopero che si inserisca in un sistema complesso di lotte che si intrecciano e intersecano, sebbene parta dall’opposizione allo sfruttamento ideologico o concreto del corpo femminile, a partire da quelle forme di sessismo che avvengono nei luoghi di lavoro.
A causa di queste situazioni si sottolinea come sia importante aprire inchieste o effettuare auto inchieste per denunciare tali dinamiche. Avrà dunque lo sciopero carattere sociale, culturale, politico e antispecista, perché uno dei fulcri del pensiero di questo movimento risiede nella liberazione delle soggettività, ovvero il diritto alla manifestazione libera del proprio ‘Io’, con la ovvia conseguenza del riconoscimento dell’eguaglianza dei diritti di tutti, siano essi uomini, donne, transgender o animali, che vengono presi in considerazione perché ormai non si possono più ignorare le condizioni in cui sono costretti a vivere circa 57 miliardi di esseri viventi ogni anno, sfruttati anch’essi e trattati alla stregua di beni destinati al mercato.
Lo sciopero avrà anche il compito di segnalare la progressiva erosione del diritto di sciopero, per questo sono ben accolte tutte quelle forme alternative di manifestazione che ne possano costituire un potenziamento, come l’affissione di striscioni alle finestre delle case, o indossare i colori del movimento: nero e fucsia, anche nei luoghi di lavoro, qualora si sia impossibilitati a partecipare alla manifestazione. Infatti tra i vari temi affrontati c’è anche quello sui rischi implicati nella partecipazione allo sciopero, dunque l’assentarsi dal posto di lavoro, ed è stato uno dei più intensi: c’è un reale rischio di perdere il posto di lavoro o di incorrere in sanzioni disciplinari, per questo, per proteggere coloro che vogliano scendere in piazza, il gruppo di Roma ha proposto di costruire un gruppo di lavoro che si occupi di dare corpo alle varie necessità, come a esempio l’assistenza legale; e il lavoro sulla comunicazione, che renderà chiaro chi e come sarà possibile scioperare (A causa delle varie categorie in cui il lavoro è suddiviso in Italia – ndr), e che chiarirà quali sono i propri diritti come lavoratore appartenente a una determinata categoria. Ogni territorio avrà comunque la libertà di dirigere lo sciopero seguendo le necessità più impellenti in esso.