Napoli. A Gianturco “Extreme sports” per riqualificare il quartiere
NAPOLI – Venerdì 20 maggio dalle ore 16:00 alle ore 24:00 si è svolte l’evento “Tunnel party”: musica, murales e dimostrazioni sportive che hanno aggregato circa 500 giovani in uno dei tunnel per i pedoni, nei pressi della stazione della metropolitana di Gianturco. A organizzare l’evento, con il supporto del Centro Sociale Officina 99 e dei comitati di quartiere, è stato un gruppo di giovani con età tra i 12 e i 25 anni, un collettivo chiamato “Naples Crew”, appassionati di extreme sports, cioè sport estremi come l’Inline skate, lo Skate, la BMX e altre attività che, in assenza di luoghi dedicati in città, utilizzano lo spazio del tunnel per il loro svolgimento. Col trascorrere del tempo hanno allestito queste location con attrezzi per lo sport, spesso composti con materiali recuperati e riciclati attraverso la pulizia del luogo che li ospita, pulizia che viene effettuata dagli stessi ragazzi che utilizzano quello spazio come punto di aggregazione.
Il ponte della ferrovia di Gianturco ha tre varchi, di cui due per i pedoni, ed è stato spesso oggetto di discussione dei residenti che hanno chiesto alle istituzioni un intervento per la mancata sicurezza del luogo, che oltre a essere ricettacolo di rifiuti è soggetto nelle ore serali a episodi di rapine. Nel 2013 era già stata allestita in una parte del tunnel il “Rocodromo Partenopeo”, una palestra pubblica autofinanziata per l’arrampicata e l’acrobatica aerea.
Per l’occasione abbiamo rivolto alcune domande all’organizzatore dell’evento, Cristian D’Alessio.
Qual è la finalità dell’iniziativa di oggi?
«L’Iniziativa nasce dalla mancanza di spazi per praticare questo tipo di sport a Napoli. Abbiamo scelto questo tunnel per far capire alle istituzioni che in questo quartiere mancano strutture e luoghi attrezzati per fare sport. Abbiamo risposto all’indifferenza con un’azione dimostrativa e di riqualificazione. Qui sono stati rapinati alcuni ragazzini che si stavano aggregando a noi per praticare questo tipo di sport, noi siamo un punto d’incontro per i giovani che non sanno dove andare. Le persone del quartiere ci chiedono la nostra presenza perché si sentono sicuri per attraversare il ponte. Noi ci riuniamo nei fine settimana. Abbiamo chiesto all’ASIA di pulire questo spazio, ma le nostre richieste non vengono ascoltate. Gli Extreme Sport sono nati in America e si sono diffusi nel Nord Europa, ora si stanno diffondendo anche in Italia. Il progetto Bagnoli futura ha una cittadella dello sport e ci hanno detto che potremmo utilizzare la pista di pattinaggio. Ma una pista per lo skate non può essere usata per questo sport»
Ci sono molti spazi autogestiti in città, avete chiesto al Comune o alla Municipalità di autorizzarvi?
«Il problema è che per chiedere qualcosa devi già far parte di un’organizzazione. La risposta che abbiamo avuto dalla Municipalità è stata che prima delle elezioni non si possono presentare progetti. I politici ci hanno chiesto quanti voti potevamo portare. Io come organizzatore dell’evento non posso chiedere ai ragazzi che vengono qui qual è la loro appartenenza politica. Il problema è che se non sei già sul carro dei vincitori sei fuori»