Napoli. Alla Federico II il convegno sulle smart city
NAPOLI – Venerdì 15 giugno si terrà il convegno “SMART CITY: Utopia o Futuro Possibile di una Città Metropolitana”, presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, organizzato dall’Associazione Culturale LiberArchitetturA per porre l’attenzione sulle Smart City.
Da anni il termine “smart” è entrato a far parte del nostro vocabolario quotidiano, dalla smart card alla smart tv, terminando con lo smartphone da cui, con alte probabilità, starete leggendo quest’articolo. Raramente però si è sentito parlare di “smart city” ed è proprio sul concetto di città intelligente e innovativa che sarà incentrato il convegno, realizzato in collaborazione con l’Ordine degli Ingegneri di Napoli e ADA (Associazione Donne Architetto).
Al riguardo abbiamo intervistato Ciro Totaro, Presidente di LiberArchitetturA, associazione nata nel 2008 per valorizzare l’architettura moderna e lo sviluppo delle aree metropolitane.
Cosa definisce il termine “smart city”?
«Una smart city è una città digitale, una città intelligente. In realtà il concetto di smart city racchiude in sé tante sfaccettature: dall’energia, alla gestione di trasporto pubblico e privato; la gestione dei rifiuti, gli edifici intelligenti, ovvero edifici con un consumo energetico a sfruttamento passivo. Aspetti che riguardano tutte le faccende legate al vivere quotidiano dei cittadini, in una città medio-grande. Alle infrastrutture tradizionali, strade e tutti i servizi essenziali per un funzionamento corretto della città, essa unisce anche il capitale sociale, il cosiddetto capitale umano: mette insieme le due componenti della città.»
Napoli è una smart city?
«C’è un portale realizzato dal Comune di Napoli, però il concetto di smart city non si è ancora sviluppato. Si limita ad alcune applicazioni che riguardano, ad esempio, la segnalazione di buche su alcune strade, ma non c’è un collegamento diretto tra il cittadino che fa la segnalazione e l’ufficio competente per quella determinata necessità. Manca quindi quella consequenzialità che c’è in altri Paesi europei, dove le segnalazioni fatte tramite l’app vengono protocollate e, immediatamente, viene mandata una squadra per rimediare alla situazione. In Italia, la città più avanzata da questo punto di vista è Torino, ma a Napoli è un discorso ancora da affrontare.»
Qual è dunque l’obiettivo del convegno?
«Vogliamo accendere un faro su questa realtà e lanciare una discussione con tutte le categorie: dall’Università al mondo professionale. Vorremmo che si mantenesse una riflessione permanente sul tema, anche con dei tavoli di lavoro, un forum. Però, dato il poco tempo a nostra disposizione, venerdì ci limiteremo a parlare di costruzioni intelligenti, mobilità sostenibile e anche promozione dell’arte e del turismo.»
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