Napoli. Concluso il progetto “Strada Facendo 2”, report dell’evento
NAPOLI – A conclusione del progetto di Servizio Civile del Comune di Napoli “Strada facendo 2”, si è tenuto sabato 22 ottobre alle ore 16:00, presso la chiesa di San Severo al Pendino, l’evento “Fragilità e Forza. I senza dimora negli occhi dell’altro”. Durante l’incontro, dedicato alla solidarietà ai senza fissa dimora, i volontari del Servizio Civile Nazionale hanno illustrato i progetti organizzati durante l’anno. Presenti e intervenuti all’evento l’assessore ai Giovani, Alessandra Clemente; l’assessore alle Pari Opportunità, Daniela Villani; la Dott.ssa Elvira Finamore, coordinatrice del progetto; e Giuseppe Imperatore, scrittore e dirigente del Servizio Giovani e Pari Opportunità del Comune di Napoli.
L’evento è iniziato con l’illustrazione del primo progetto: “Polvere e Ombra”, una raccolta di storie dei senza fissa dimora nata da colloqui informali, dove vengono narrate le cause della loro condizione, la disperazione, la speranza. Alcune di queste storie sono state lette e interpretate dal Dott. Imperatore e dall’attrice Filomena Orsini. Si è passato poi al corso di alfabetizzazione e socializzazione: “Conoscenza: l’urlo della libertà”, tenutosi in collaborazione con il Centro di Prima Accoglienza del Comune di Napoli; l’intento è stato quello di fornire agli ospiti gli strumenti comunicativi e relazionali necessari per affrontare la vita quotidiana e favorire l’integrazione, poiché come ha spiegato l’illustratrice del progetto: “la conoscenza è potenza, chi è privo di istruzione è una persona manovrabile, una marionetta”. In seguito è stato raccontato l’evento tenutosi sabato 1° ottobre al Palazzetto Palastadera: “Una schiacciata all’indifferenza”, una partita di pallavolo tra i volontari e gli operatori organizzata per sensibilizzare la cittadinanza. Durante la manifestazione sono stati raccolti indumenti da consegnare alle strutture che si prendono cura dei senza fissa dimora.
All’iniziativa hanno partecipato vari enti del terzo settore, tra cui la fondazione “Massimo Leone”; le cooperative sociali “Il Camper” e “Dedalus”; e il consorzio “Gesco”. Foto e video hanno arricchito l’intervento di una volontaria, che tramite l’utilizzo di alcune parole chiave come “casa”, ed esponendo alcuni fatti di cronaca, ha affermato la necessità che tutti i “fortunati” si interroghino su cosa significhi essere un senza tetto e su quanto sia infernale la vita di una persona che vive in strada.
L’ultimo progetto illustrato: “Mappiamoli Tutti”, ha avuto l’obiettivo di creare una mappa del territorio napoletano dove sono indicate le strutture che erogano servizi per i senza dimora: distribuzione dei pasti in strada, servizio mensa, accoglienza notturna, servizio doccia, guardaroba, sportello di ascolto e orientamento, assistenza sanitaria, legale o psicologica. I volontari hanno tenuto a specificare che la mappatura non pretende di essere esaustiva e anzi ulteriori strutture non presenti possono richiedere l’inserimento.
Le parole dei volontari, arricchite da contributi video, hanno sottolineato quanto di buono sia stato fatto durante quest’anno e quanto ancora ci sia da fare per affrontare un fenomeno purtroppo in ascesa: “L’intento è sensibilizzare le persone sul tema, nella speranza che alla vista di un uomo o una donna in difficoltà, non si passi più oltre”, queste le intenzioni di Roberta Clemente, volontaria del progetto, a cui abbiamo rivolto le nostre domande.
Cosa pensa dell’esperienza che si è appena conclusa?
«Un viaggio bellissimo ricco di esperienza; occupandoci dei senza fissa dimora, con le strutture presenti sul territorio, abbiamo notato la collaborazione e l’ottimo lavoro di rete che viene svolto. Molti di noi di sicuro resteranno nel settore.»
Il ruolo svolto dell’Amministrazione pubblica?
«Il Comune di Napoli ha svolto un lavoro molto utile; ci ha fornito agganci e si è occupato di tutte le questioni burocratiche. La strutturazione degli eventi però è farina del nostro sacco.»
Il progetto può essere migliorato?
«Assolutamente sì. Penso che serva una maggiore informazione sul fenomeno perché la conoscenza rispetto al fenomeno è minima. Occorrerebbe che il Comune stesse più vicino alle strutture che erogano i servizi.»
Al riguardo abbiamo ascoltato anche il parere del Dott. Giuseppe Imperatore, dirigente del Comune di Napoli.
Il progetto cosa ha lasciato ai volontari?
«Lavorare in questo settore significa avere e sviluppare una sensibilità nei confronti delle fasce deboli della popolazione e loro sono stati straordinari nell’approccio e nell’umanità verso le persone più sfortunate. Nonostante la giovane età sono già in possesso delle capacità che gli consentiranno di entrare immediatamente nel mondo del lavoro.»
Come può essere migliorato il progetto?
«Stiamo cercando di accreditare nuove sedi del Comune e di acquisire la disponibilità dei colleghi dello stesso affinché si possano ampliare i progetti e prendere un numero maggiore di volontari rispetto a quelli di oggi.»
Da scrittore cosa ne pensa del corso di alfabetizzazione svolto all’interno del progetto?
«I risultati sono stati pazzeschi; c’erano persone che non sapevano leggere e scrivere, e alla fine del percorso hanno imparato. La scrittura è uno strumento formidabile che fa crescere e rende migliori gli individui. Ogni settimana mi recherò in una scuola diversa e incontrerò ragazzini che hanno voglia di leggere e mostrano entusiasmo nell’imparare. Lo trovo stimolante e fondamentale.».
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