Napoli. ED.UMA.NA. al primo convegno mondiale sulla Trasformazione Educativa
NAPOLI – Si è tenuto a Napoli, dal 29 al 31 ottobre presso il complesso universitario di Monte S.Angelo, il primo convegno mondiale sulla Trasformazione Educativa. L’iniziativa, organizzata da Maestri di strada, ha visto un susseguirsi di relatori provenienti da ogni parte del mondo. Tre giorni intensi di riflessioni, scambi, confronti e sessioni parallele.
Il primo convegno mondiale sulla Trasformazione Educativa ha visto in tre elementi i fondamenti di un cambiamento possibile: la cura del Sé e delle relazioni umane; la ricerca e la costruzione della bellezza anche nei contesti più difficili; la capacità di sognare insieme e aspirare a un mondo migliore. Al riguardo pubblichiamo l’intervista rilasciata ai nostri microfoni da Annabella Coiro, di Milano, di orientamento umanista, tra le relatrici intervenute al congresso.
Il suo apporto al convegno?
«All’interno di numerosissimi interventi che si sono susseguiti abbiamo voluto condividere la sperimentazione che abbiamo in corso in diverse scuole di Milano, il cui nome è ED.UMA.NA (Un’idea delle associazioni Mondo Senza Guerre e Senza Violenza e La Comunità per lo Sviluppo Umano – ndr). Abbiamo voluto sottolineare l’importanza dell’educazione e della non violenza per trasformare il paradigma patriarcale e violento e per aiutare l’essere umano a raggiungere le sue migliori aspirazioni. ED.UMA.NA infatti è al tempo stesso una pratica educativa e una rete di associazioni, scuole ed enti territoriali. La pratica educativa è stata progettata per due anni nell’ambito del Centro di Non violenza Attiva e del Tavolo cittadino di Educazione alla Non violenza a Milano, con il supporto dell’assessorato del Comune di Milano. La rete è stata costituita formalmente, siglata da istituti scolastici, associazioni no profit ed Enti territoriali di Milano; l’ente capofila è l’Istituto Comprensivo Massaua-Cardarelli di Milano.»
In dettaglio?
«Per ED.UMA.NA l’essere umano è valore centrale ed è centrale il suo bisogno di seguire la sua direzione evolutiva volta a superare la sofferenza e quindi la violenza che ne è causa. L’educazione alla non violenza attiva serve a riconoscere e superare le differenti forme di violenza quotidiana, implicite ed esplicite, personali e sociali. È un’educazione volta a una cultura umanocentrica, cioè un’educazione che contribuisce a cambiare il mondo nella direzione evolutiva dell’essere umano. È un tentativo pionieristico per la costruzione di un nuovo paradigma culturale.»
Cosa prevede il percorso?
«La Pratica ED.UMA.NA prevede un insieme di azioni pedagogiche da applicare trasversalmente all’interno di proposte didattiche e formative. Queste azioni sono volte a modificare spazi, tempi e relazioni al fine di creare un clima adeguato allo sviluppo di personalità nonviolente. Per fare ciò coniuga il pensiero di alcuni pensatori come l’argentino Mario Rodríguez Cobos (detto Silo), con il pensiero di pedagogisti contemporanei e vari studiosi che hanno promosso la non violenza come metodo di azione e stile di vita. Le fondamenta risiedono nelle comprensioni scientifiche e antropologiche che riguardano il non innatismo della violenza nell’essere umano, scardinando il radicato pregiudizio della violenza naturale. Partendo da questa consapevolezza è massima l’importanza dell’esperienza postnatale e dell’educazione umana per lo sviluppo di una società nonviolenta. Per questo la pratica agisce su una comunità educativa più ampia di quella prettamente scolastica, coinvolgendo anche le famiglie e il territorio: la scuola diventa punto di riferimento e centro di promozione della non violenza e della non discriminazione.»
Dove la sperimentazione?
«Le classi pilota sono partite a settembre 2017 in 4 istituti scolastici, primarie e secondarie, che hanno aderito alla rete ED.UMA.NA. La sperimentazione vede la consulenza pedagogica e la valutazione a cura del Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Il monitoraggio è a cura di AFOL Metropolitana.
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