Napoli. Il laboratorio di recitazione di Michele Caputo
NAPOLI – Michele Caputo, attore comico, presentatore, direttore artistico del cantiere “Komikamente”, mercoledì 25 gennaio, presso il Teatro Zona Vomero, di cui è anche direttore, ha realizzato in collaborazione con Colorado Lab il primo incontro di prova gratuita di recitazione, sollecitando gli aspiranti attori a lanciarsi nel mondo dello spettacolo teatrale. Al riguardo gli abbiamo rivolto alcune nostre domande.
Ci descrive questi appuntamenti con il cantiere Komikamente?
«Komikamente nasce come laboratorio comico, è un luogo dove si offre l’opportunità ai ragazzi di provare pezzi, di fare le loro gag. Questo Teatro Zona Vomero mettere uno spazio a disposizione per i ragazzi. E’ la prima volta che accade che un teatro sia a servizio dei giovani comici ed è un’idea che sta portando dei grossi risultati, perché sono cinque anni che esiste komikamente, prima al Teatro Diana, ora al Teatro Cilea e contemporaneamente poi come palestra a Zona Vomero.»
Cosa sono le lezioni sui meccanismi della recitazione?
«La recitazione non si può insegnare, si possono mettere a disposizione delle persone le proprie esperienze, quindi io che ho fatto un po’ di cose, tra TV, teatro e cinema, credo di poter dire alle persone come si ottengono determinate cose, determinati risultati, poi chiaramente c’è sempre di mezzo il talento. Il talento ti accelera, ti migliora, ti raffina tutte le qualità, oppure c’è la tecnica. O di tecnica o di talento, l’attore diciamo che potenzialmente lo possono fare un po’ tutti.»
Con la comicità si può affrontare la vita con ottimismo?
«Assolutamente sì. Se tu la vita la prendi a ridere, diventa tutto più semplice, arriva tutto in maniera differente, lo percepisci proprio in un altro modo. E’ più facile, è più leggera, è più divertente. Sicuramente prenderla a ridere conviene.»
Ritiene internet uno strumento per innovare la comicità?
«Si. Devi sempre lavorarci parallelamente però, nel senso che si sta credendo che tutti possono fare tutto, tutti possono dire tutto. Non è così, nel senso che se ti capita di fare diversi video e prendere diverse milioni di visualizzazioni, non è detto che quello possa essere il tuo lavoro, cioè fare i numeri su Youtube o sui social in generale, non è proprio la cartina tornasole di quello che sei veramente. Devi essere in grado di fare anche questo su un palco.»
E’ più difficile far ridere o far piangere?
«Far ridere è molto più difficile, perché vai a toccare un tasto che è ‘vergine’ purtroppo in molte persone, nel senso che non tutti hanno avuto esperienze divertentissime, e quindi da ridere e di comico ci trovano ben poco, è più facile in questi casi farli piangere.»
I suoi consigli per i comici emergenti?
«Ci devi credere assolutamente. Questo è un lavoro difficile, ma come tutte le libere professioni. Il libero professionista è di base uno che si scontra con una realtà difficile, quindi più ci credi e più puoi andare lontano, meno ci credi e più ti abbatti e ti fermi.»
I suoi progetti futuri?
«Ho scritto un mio film, che spero di girare a breve per portarlo al cinema, finalmente, perché poi il sogno di ogni attore è fare cinema, penso che sia giunto il momento.»
By Chiara Arciprete