Napoli. Inaugurato centro accoglienza per minori stranieri non accompagnati
NAPOLI – In data 31 gennaio alle ore 10:30, presso l’Istituto Salesiano in Via Don Bosco 8, si è tenuta l’inaugurazione del centro di accoglienza per minori stranieri migranti non accompagnati.
In seguito allo sbarco degli immigrati nel porto di Napoli ad ottobre, e alla loro temporanea permanenza nel centro Polifunzionale San Francesco in Via Marechiaro, si è sentita la necessità di dar vita a un centro che li accogliesse e si prendesse cura di loro: “Si tratta di una struttura predisposta per 16 minori stranieri nella fase del ponte, ovvero durante quel lasso di tempo che intercorre tra l’identificazione, la documentazione dei singoli ragazzi e successivamente l’inserimento nelle case famiglia e situazioni definitive. Il nostro centro si propone dunque come una struttura ponte e soluzione transitoria per questi giovani. I ragazzi arrivano dal centro Polifunzionale San Francesco in Via Marechiaro e al momento ne ospitiamo 8 del Bangladesh, 6 della Costa D’avorio, 1 della Guinea-Bissau e un altro della Nuova Guinea. Collaboriamo inoltre in sinergia col Centro Interculturale Nanà, il quale si offre come luogo di accoglienza e incontro per migranti, minori, adulti, donne in difficoltà e famiglie italiane e straniere.”, queste le parole di Don Mario Del Piano, Direttore dell’oratorio “Don Bosco”.
Maria Rosaria Lupo, che si occupa invece dell’aspetto legale dei ragazzi; e Vittorio Macina, educatore e operatore salesiano, ci spiegano che i ragazzi svolgono una serie di corsi e attività didattiche e di apprendimento utili ai fini di una migliore integrazione e socializzazione: “I ragazzi qui presenti hanno un’età compresa tra i 15 e i 17 anni e una volta compiuta la maggiore età devono recarsi in altre strutture, con la possibilità poi di chiedere asilo politico, ricongiungimento familiare. Qui vengono seguiti sotto il profilo giuridico, sanitario, educativo, ovvero le cose fondamentali che dobbiamo ovviamente fornire”, così Maria Rosaria Lupo, che assicura inoltre che molti dei ragazzi sono ancora in contatto con la famiglia d’origine.
Per quanto riguarda i finanziamenti, il contributo proviene dalla Prefettura di Napoli e si tratta di fondi stanziati dal Ministero dell’Interno. Il coordinatore del progetto è Don Giovanni Vanni, il quale durante la presentazione di inaugurazione ha tenuto a precisare che l’obiettivo di questa struttura è quello di garantire la giusta integrazione tra i ragazzi e l’ambiente circostante, nel rispetto della loro cultura: “Abbiamo una psicologa che può guidare i ragazzi durante i vari passaggi di transizione da un luogo a un altro; un medico che si occupa del loro aspetto di salute. L’equipe è formata oltre che dall’aspetto tecnico degli operatori qualificati, anche da persone, mamme di famiglia e volontarie che svolgono attività tipiche da tempo. Abbiamo fatto anche la scelta di non chiamare una ditta esterna, ma di cucinare in casa.”.
Sempre durante l’inaugurazione, l’Assessore alle Politiche Sociali, Roberta Gaeta, ha affermato che accoglienza vuol dire accompagnare i ragazzi durante un percorso. Non si tratta di un’accoglienza di emergenza, ma ciò che vogliono offrire è un luogo in cui accogliere questi giovani e accompagnarli in questo momento della loro vita. Prendersi cura dell’altro e sostenerlo.
Infine il discorso del Sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, che ha lanciato il seguente messaggio: “Oggi noi a Napoli vogliamo dimostrare che con questo senso di comunità possiamo garantire protezione e sicurezza. La sicurezza non è mai mettere esercito e militari ovunque, la sicurezza c’è se siamo tutti quanti conviventi e abitanti dello stesso luogo con stessi diritti e doveri, rispettando la diversità tra persone. La nostra città è complicata e piena di sofferenze, ma ha bisogno di proiettarsi verso un mondo migliore. Esiste la legge, ma prima della legge esiste la giustizia. Se giustizia e legge non vanno d’accordo, chi perde è la legge. Allora io alla mia squadra ho chiesto audacia e chi non ha audacia si vada a riposare. L’audacia è fatta dalle persone che vanno contro l’ostacolo ed è importante dunque imparare a superare le difficoltà. Se non hai coraggio non puoi vivere fino in fondo i momenti di cambiamento e di transizione. Quindi noi crediamo molto nelle città rifugio, nelle associazioni, nel volontariato, nelle comunità religiose e laiche della nostra città. Napoli sta scrivendo una pagina importante. Certo, noi non abbiamo l’importanza dei grandi paesi, ma che possiamo fare? Possiamo testimoniare e le testimonianze piccole possono diventare delle formichine che camminano e poi scrivono la storia o che comunque lanciano il segnale che un’altra strada è possibile.”
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