Napoli. Iniziati i lavori di messa in sicurezza della Chiesa di Santa Luciella ai Librai
NAPOLI – “A morte ‘o ssaje ched’è?… È una livella. ‘Nu ‘rre,’nu maggistrato, ‘nu grand’ommo, trasenno stu canciello ha fatte ‘o punto c’ha perzo tutto,’a vita e pure ‘o nomme: tu nun t’e fatte ancora chistu cunto?”, lo dice Totò nella poesia “’A livella” per ricordarci che, in fin dei conti, siamo tutti uguali e tocca a tutti la stessa sorte. Da morti, poi, abbiamo tutti le stesse sembianze.
Banalità e ovvietà lontane però dall’immaginario culturale di Napoli, perché qui anche i teschi hanno le orecchie. Ebbene, ciò di cui si parla è proprio il famoso “teschio con le orecchie” che si trova nella terrasanta della chiesa di Santa Luciella, in via San Biagio dei Librai, e che si ricollega al culto delle anime pezzentelle, ma che purtroppo non tutti conoscono.
Per riportare alla luce i simboli misteriosi e affascinanti di Napoli sono infatti iniziati da poco i lavori di messa in sicurezza e di valorizzazione della facciata della chiesa di Santa Luciella a San Biagio dei Librai, una piccola chiesa nel centro storico di Napoli, ubicata nell’omonimo vico e abbandonata da più di 30 anni.
La ricostruzione della chiesa è affidata attualmente ai ragazzi dell’Associazione Respiriamo arte: giovani laureati partenopei specializzati in campo artistico e letterario e che hanno presentato un progetto di crowdfunding chiamato “Chi ha orecchio intenda”, sulla piattaforma Meridonare, al fine di restituire un pezzo di Napoli al suo popolo.
La mission dell’Associazione è il recupero del patrimonio storico e artistico della città di Napoli, attraverso la tutela e la valorizzazione di luoghi e monumenti che rappresentano e custodiscono la sua memoria storica.
Negli ultimi due anni l’Associazione ha operato sul territorio valorizzando la Chiesa dell’Arte della Seta – Complesso dei SS. Filippo e Giacomo, nella quale si sono resi nuovamente visitabili, dopo decenni, ambienti quali cripta, resti archeologici e sacrestia settecentesca.
L’obiettivo dei ragazzi è quello di rendere la chiesa un attrattore turistico, culturale e sociale attraverso la creazione di un percorso museale con visita guidata, il restauro dell’apparato artistico decorativo della chiesa e dell’ipogeo, l’organizzazione di mostre, eventi culturali, presentazioni di libri, spettacoli teatrali e concerti, l’organizzazione di momenti aggregativi per i bambini e ragazzi del quartiere, valorizzazione del quartiere.
Abbiamo rivolto al riguardo alcune domande al presidente dell’Associazione, Massimo Faella.
Come procedono i lavori di ristrutturazione?
«Noi abbiamo fatto una raccolta fondi sulla piattaforma Meridonare con Fondazione Banco di Napoli e abbiamo raccolto all’incirca 3mila euro. Sono fondi che vengono da persone comuni. Attraverso i ricavi delle visite guidate, la chiesa dell’arte della seta, abbiamo raccolto 6mila euro. Siamo riusciti a fare la messa in sicurezza della facciata perché erano 30 anni che c’erano pericoli di crolli. Abbiamo speso 3mila euro per questa chiesa, il resto lo stiamo conservando per i tetti. Ma questi necessitano di 15mila euro e quindi stiamo cercando sponsor e aziende che vogliano aiutarci. Non abbiamo fondi da nessuno, è un investimento che portiamo avanti noi.»
E il Comune di Napoli?
«Noi abbiamo patrocini morali, dal Comune all’Assessorato ai giovani che ci sostiene e ci dà visibilità. La curia che ci conosce, l’ufficio beni culturali che ci ha dato fiducia. Abbiamo tanti patrocini morali, ma non è facile avere fondi. Purtroppo non arrivano. Noi ci abbiamo provato e continuiamo a provarci, ma forse la strada più sicura è proprio quella della spinta cittadina. Rinascita cittadina del quartiere.»
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