Napoli. “N’albero” di ferro sul panorama partenopeo
NAPOLI – L’eterno ritorno dell’uguale. Il filosofo tedesco Friedrich Nietzsche lo sapeva bene, elaborando l’idea di una visione ciclica del tempo, per cui l’universo rinasce e rimuore in base a cicli temporali fissati e necessari, ripetendo eternamente un certo corso e rimanendo sempre se stesso. Per comprendere meglio, indietreggiamo di qualche decennio, fino ad arrivare al 1889, anno in cui si tenne a Parigi l’Esposizione universale per celebrare il centenario della Rivoluzione Francese. Fu proprio in quell’occasione che venne inaugurata la Tour Eiffel: la struttura suscitò molte polemiche fra i parigini, i quali consideravano il monumento brutto e di dimensioni spropositate, e sovrastava Parigi come “l’oscura e gigantesca ciminiera di una fabbrica che tutto schiaccia sotto la sua barbara mole”, citazione dello scrittore Guy de Maupassant.
Contestualizziamo a oggi il tema della spettacolarizzazione dei monumenti. Guardiamoci intorno, perchè è proprio a questo punto che la filosofia di Nietzsche diviene più attuale che mai: tutto ritorna. Dagli inizi del mese di dicembre 2016 infatti, nel mare di Mergellina si riflettono le luci della maestosa costruzione posizionata nello spiazzo della Rotonda Diaz e che porta il nome di “N’albero”. Il sindaco Luigi De Magistris in data 8 dicembre ha sancito ufficialmente l’apertura della struttura, la quale resterà in piedi per tutto il periodo natalizio e probabilmente fino a marzo 2017. Il progetto porta la firma della società Italstage, fornitore internazionale di attrezzature e allestimenti su misura per grandi eventi. Il progettista strutturale è l’Ing. Fabio Iasevoli; il progettista architettonico e coordinatore per la sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione è l’Ing. Aldo Mazzarella. Alta 40 metri e con un milione e 300 mila lampade a led che cambiano colore a seconda della serata, la capienza massima è fissata a quota 750 presenze.
L’opera è stata realizzata con un sistema di ponteggio che generalmente viene utilizzato negli allestimenti dei grandi palchi per concerti rock in tutto il mondo, all’Albero si accede gratuitamente nella zona del piano terra, mentre per visitare le terrazze panoramiche è purtroppo necessario pagare.
Nonostante il numeroso via vai di turisti e napoletani che accorrono per visitare l’edificio natalizio, tanti però sono gli interrogativi e le questioni da risolvere in merito a quanta titolarità di gestione otterrà il Comune di Napoli su questa iniziativa. N’albero è infatti costato circa un milione di euro, cifra che la ditta costruttrice intende coprire con le entrate generate dai biglietti che i 100mila visitatori previsti acquisteranno. Ma così come l’impalcatura della Tour Eiffel suscitò l’indignazione dell’elite dell’epoca, anche la moderna struttura napoletana ha lasciato una sensazione di sgomento tra gli intellettuali di oggi, i quali hanno sostenuto fino all’ultimo la loro posizione sfavorevole in merito alla costruzione del colosso di ferro. Tra i “no” che hanno chiesto all’Amministrazione comunale di rinunciare alla maxi struttura sul Lungomare troviamo Gerardo Marotta, Aldo Masullo, Mirella Barracco, Tomaso Montanari, Paolo Isotta, Paolo Macry, Eduardo Cicelyn e Francesco Iannello.
Tutto è stato e tutto ritorna, direbbe il buon Nietzsche.
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