Napoli. Non una di meno: “Stop omofobia, dillo con un bacio!”
NAPOLI – Si è tenuto mercoledì 19 aprile alle ore 17:30, a Napoli in Piazza Dante, il flash mob “Stop omofobia, dillo con un bacio!”, organizzato da Non una di meno – Napoli. L’iniziativa è nata in seguito alla richiesta di allontanamento, da parte di un militare nel giorno di Pasquetta, a una coppia di ragazze lesbiche durante lo scambio di un bacio.
Come riportato dal quotidiano Il Mattino, secondo il racconto di una delle due ragazze, il militare dell’Esercito Italiano, tra quelli presenti in Piazza Dante nell’ambito dell’operazione “strade sicure”, avvicinatosi alla coppia durante un bacio, avrebbe invitato loro prima a ricomporsi e successivamente ad allontanarsi. In seguito alla discussione e quindi alla richiesta delle generalità, la coppia di ragazze avrebbe lasciato la piazza per evitare ulteriori problemi.
Successivamente le due ragazze hanno contattato l’Arcigay di Napoli, che nella figura del presidente Antonello Sannino, attraverso una nota pubblicata sul sito dell’associazione, ha scritto: “Nel sottolineare la preziosa collaborazione con le Forze dell’Ordine che spesso difendono le persone lesbiche, gay e trans e prevengono atti di bullismo e omofotransfobia, non possiamo però esimerci dal condannare il comportamento di questo militare, che siamo sicuri abbia agito a titolo individuale. I militari di servizio a Piazza Dante, come in altre zone della città, dovrebbero collaborare con la cittadinanza affinché ci sia una reale percezione di sicurezza per tutti i cittadini e tutte le cittadine, e non certo travalicare i propri compiti assumendo le funzioni da ‘buoncostume’. In una città che ha sete di turismo e modernità questi comportamenti vanno isolati e condannati. Ringraziamo le due ragazze per il coraggio e prendiamo in considerazione l’ipotesi di un flash mob a Piazza Dante nelle prossime ore.”.
Quindi, proprio in risposta all’accaduto, l’organizzazione Non una di meno – Napoli, coordinamento di collettivi e movimenti femministi e sociali attivi contro le violenze di genere e che ha voce in diverse città italiane, ha organizzato un flash mob per sensibilizzare i cittadini sulla questione e al contempo mostrare vicinanza alle due ragazze: l’intento era quello di riunirsi nella stessa piazza dell’accaduto e scambiarsi baci in presenza dei militari, per ribadire che la sicurezza delle strade passa attraverso la libertà e l’autodeterminazione e non tramite la privazione della libertà d’espressione di affetto. Ma il gruppo, dopo essersi riunito in Piazza Dante, notando l’assenza delle Forze dell’Ordine di solito presenti in quella zona, si è spostato a ritmo di cori in Piazza del Gesù, fermandosi dinanzi a una camionetta di militari. Lì, dopo una discussione e momenti di tensione, i manifestanti si sono baciati simbolicamente. Al riguardo, abbiamo avvicinato Nadia, attivista di Non una di meno – Napoli, per rivolgere le nostre domande.
Ci descrive l’organizzazione Non una di meno?
«Non una di meno è una rete nazionale, nata da un anno circa sull’onda di un movimento internazionale, Ni una menos, partito dal Sud America in risposta al proliferare di violenze sulle donne sempre più in evidenza, soprattuto in quelle zone; in Italia abbiamo avuto due eventi in particolare: il 26 novembre a Roma e l’8 marzo con lo sciopero generale e con la questione lavorativa al centro. Abbiamo cercato di estendere la questione di genere su vari ambiti, non solo violenza fisica quindi, ma discriminazioni lavorative, di genere, ponendo l’attenzione anche sull’educazione scolastica e universitaria che non tiene conto di altre letture storiche, filosofiche, letterarie.»
Perché siete qui?
«Oggi siamo qui perché siamo venuti a conoscenza di un fatto spiacevole che ci ha sconvolto molto: due ragazze che sono state sollecitate da un militare ad andar via mentre si baciavano e a evitare di mostrare questo gesto che, evidentemente, era di disturbo personale; il militare non aveva alcun motivo né diritto di dire una cosa del genere. Questo evidenzia un abuso di potere che alcuni soggetti hanno e pensano di poter avere, ma soprattutto enfatizza un livello culturale che è ancora molto controverso e basso perché la libertà di espressione e di sentimenti è alla base di qualsiasi altra libertà. Stiamo parlando di un gesto ridicolo però al contempo grave. Siamo qui per mostrare simbolicamente che ci siamo e che siamo tutte e tutti liberi di fare quello che ci pare, senza calpestare la libertà altrui chiaramente.»
Il fatto nasce dalla richiesta di un militare impiegato nell’operazione “strade sicure”. Questa è un’occasione utile per ragionare sul concetto di sicurezza?
«Un concetto fondamentale che emerge anche dall’ultima legge Minniti (Decreto sicurezza – ndr) che mette in discussione il significato stesso di sicurezza. Siamo in un momento storico, nazionale, ma direi mondiale, dove si pensa che la sicurezza significhi chiudere i confini, le strade, ogni cosa, riducendo le possibilità di scelta dei singoli. Se si intende questo per strade sicure, allora abbiamo un problema.»
I prossimi impegni di Non una di meno?
«Nel fine settimana, il 22 e il 23 aprile, ci sarà l’assemblea nazionale a Roma di Non una di meno, una due giorni dove si riprenderanno varie questioni, come di consueto con tavoli di lavoro tematici. Poi ci sarà la plenaria che tende alla scrittura del piano femminista che è già strutturato, ma che vogliamo accrescere e elaborare maggiormente, arricchendolo con problematiche e soluzioni provenienti da ogni città».
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