Napoli. Padre Zanotelli: “Ribellatevi davvero contro la camorra, o le cose non cambieranno”
NAPOLI – Circa 50 persone si sono riunite in data 9 gennaio, nel pomeriggio, per il presidio organizzato da #UnPopoloInCammino in Piazza Calenda, nel popolare quartiere Forcella, per condannare l’ennesima violenza di camorra che nei giorni scorsi ha portato al ferimento di una bambina di 10 anni, vittima di una sparatoria nata in seguito al rifiuto di alcuni ambulanti senegalesi di pagare il pizzo.
L’organizzazione anticamorra #UnPopoloInCammino ha denunciato la totale inadeguatezza della Prefettura e del Governo nel rispondere all’emergenza criminalità, rivendicando la necessità di politiche sociali, dal diritto allo studio al lavoro, prima ancora di misure repressive messe in atto dal Governo con l’invio dei militari nelle piazze e nei punti nevralgici della città, per l’operazione “Strade Sicure”. Infatti “Non militari, ma maestri di strada” era uno degli slogan della manifestazione, che nella disoccupazione e nella dispersione scolastica, tra le più alte in Europa, individua una delle cause che rende la camorra difficile da sconfiggere, complice anche una certa politica e imprenditoria collusa con la criminalità.
“Chiediamo la partecipazione di Forcella con forza, dato che è un territorio con così tanti problemi, come ne abbiamo anche noi alla Sanità. E’ davvero importante che entri in gioco il popolo di Forcella in questa lotta alla camorra, insieme a #UnPopoloInCammino”, queste le parole urlate al megafono da Padre Alex Zanotelli, critico e speranzoso: “Io non accetto che Piazza Plebiscito abbia 200.000 persone la notte del 31 dicembre e che qui siamo pochi rispetto a quelle piazze. Il popolo deve capire che o si ribella davvero e dice basta, o le cose non cambiano”.
Da segnalare che al presidio erano presenti anche alcuni cartelloni ironici contro lo scrittore Roberto Saviano, che negli ultimi giorni ha infiammato la rete con commenti sulla situazione di emergenza della città, dichiarando: “Napoli non è cambiata. Illudersi di risolvere problemi strutturali urlando al turismo o alle feste di piazza è da ingenui.”