Napoli. Report dalla manifestazione “No al debito ingiusto. Napoli libera”
NAPOLI – Sabato 14 aprile alle ore 10:00 ha avuto inizio, a Piazza Municipio davanti Palazzo San Giacomo, la manifestazione promossa dal Sindaco Luigi de Magistris intitolata “No al debito ingiusto. Napoli libera”. In piazza sono scese associazioni, movimenti, attivisti, precari, tanti cittadini uniti contro le sanzioni imposte dalla Corte dei conti.
“Questa non è la giornata in difesa del Sindaco o di una maggioranza, è una grande giornata in difesa della città”, così si era espresso il Sindaco di Napoli durante uno degli appelli lanciati alla città, in vista della manifestazione. Circa 3mila i cittadini che hanno risposto all’appello, riempiendo e colorando, sin dalle ore 10:00, una Piazza Municipio gremita: Assessori e Consiglieri comunali; diverse sigle e associazioni cittadine; sindacati come “USB – Campania” e “Cobas”; attivisti di “Massa Critica” e “Ex- Opg, je so pazzo”, per citarne solo alcuni; quindi i disoccupati e i precari; i movimenti per il diritto all’abitare; e tanti studenti.
Due catene, dal balcone di Palazzo San Giacomo, arrivavano fino al palco, su cui si sono susseguiti diversi interventi, ultimo quello del Sindaco.
Un mese fa la Corte dei conti respingeva il ricorso del Comune, contestando all’Amministrazione di non aver iscritto nel bilancio 2016 il debito di circa 90 milioni, che risale al terremoto dell’Irpinia nel 1981, contratto con il consorzio CR8, a cui se ne aggiunge un altro di circa 60 milioni inerente al commissariamento per l’emergenza rifiuti di circa dieci anni fa. “Debiti di Stato”, ha affermato il Sindaco, “di cui il Comune rifiuta la paternità”, e che proprio lo Stato, ci sarebbe infatti un accordo non ancora formalizzato con il Premier Gentiloni, dovrebbe accollarsi per il 70%.
Sul palco è stata data parola a esponenti di diverse realtà come il “Coordinamento Nazionale Sanità”, il “Comitato Magnammece o pesone”, i ragazzi del ”Comitato vele scampia”, e “Quartiere 167”. Mauro Pinto, esponente di “Massa Critica”, ha affermato: “La città sta pagando un debito che noi chiamiamo illegittimo e odioso. Sappiamo con certezza che la situazione debitoria del Comune di Napoli non è un’eccezione, ma è pari a tante altre città del Sud Italia e del Sud Europa. Anche oggi bisogna ribadire con forza che la battaglia che costruiamo non può limitarsi al Cr8, sono tanti i debiti che vanno in scadenza, non contratti nell’interesse della città. Sarà opportuno costruire una battaglia vera. Bisogna discutere dei piani di riequilibrio, non possiamo spalmare il debito all’infinito. Dobbiamo battagliare non solo a livello locale, ma nazionale, europeo. Dobbiamo combattere contro i vincoli sul pareggio di bilancio. Una battaglia di democrazia, di rottura con le politiche di austerità. Questa è un’ipotesi che le periferie, i disoccupati, i precari, i movimenti sociali provano a mettere al centro della discussione.”.
L’Assessore al bilancio Enrico Panini, rivolto alla folla, ha quindi spiegato: “Oggi inizia una grande impresa, oggi questa Piazza parla alla città di Napoli tutta, perché rivendica giustizia, diritti e dignità; parla al Paese, perché tanti sono i Comuni che devono pagare debiti contratti da altri; parla all’Europa, perché questa è la prima città che scende in piazza su indicazione del proprio Sindaco, per dire che c’è un debito ingiusto che pesa sui territori e che non può essere pagato dai territori. Un debito ingiusto, perché pesa sulla nostra economia per oltre 200 milioni di euro; post terremoto, emergenza rifiuti anni ’90, sono solo alcuni dei commissariamenti che si sono abbattuti su questa città; quello sul sottosuolo, sul nubifragio, commissariamenti uno dopo l’altro che hanno lasciato uno strascico di cause legali, di ricorsi, di interessi, di passività, e ognuno di questi pagato dalle donne e dagli uomini di Napoli”.
L’intervento finale è del Sindaco Luigi di Magistris, che tra gli applausi ha affermato: ”Qui stiamo lottando non nell’interesse del singolo, ma di tutti i napoletani; se non eliminiamo il debito, questo cadrà sul corpo di tutti i napoletani, di chi ci ha votato o meno, di chi ci sostiene e chi non ci sopporta. Voglio lanciare un appello all’unità popolare; non è una battaglia contro il debito, ma contro il debito ingiusto, odioso, illegale; questo debito non è mai stato voluto da nessun napoletano. Quante volte dobbiamo pagare il terremoto e l’emergenza rifiuti? La calamità naturale, politica, affaristica, camorristica. I cento milioni che lo Stato non paga, i cento milioni di sanzioni allo Stato che però vengono addebitati a noi. Il pignoramento, l’interesse dell’usura di Stato. Nelle giornate e nelle ore che hanno anticipato la Pasqua siamo arrivati a un centimetro dalla messa in liquidazione di servizi essenziali, a un centimetro dalla macelleria sociale, dalla svendita del patrimonio storico della nostra città. Quante battaglie abbiamo fatto insieme in questi anni? Quanti di noi si sono incontrati dopo essersi scontrati? Quanti hanno avuto un atteggiamento dialettico, vertenziale, di confronto? Quale posto in Italia e forse in Europa riesce a mettere in campo una mobilitazione cittadina senza apparati, senza partiti, contro i poteri forti, contro le borghesie mafiose, il sistema liberista, contro tutti per dire no al debito ingiusto, no a chi vuole rompere la forza popolare e democratica di questa città. Io sono orgoglioso perché in questi giorni ho visto una città pronta alla lotta, e sappiate che è iniziato il contrattacco che si fermerà quando noi avremo portato i provvedimenti normativi, altrimenti non ci sarà pace per nessuno, perché la pace passa per l’uguaglianza, la giustizia e la libertà”.
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