Napoli. Report dalla manifestazione “No Box”: no alla costruzione dei box interrati
NAPOLI – Giovedì 20 aprile il quartiere Vomero di Napoli è stato testimone del grido di protesta che, a partire da Piazza degli Artisti fino a Via Tino da Camaino, ha permesso a un maxi corteo formato da centinaia di negozianti, venditori e associazioni del Rione Antignano di sfilare per la manifestazione “No Box”, mostrando una dura presa di posizione degli abitanti contro la decisione di eliminare il mercato De Bustis per costruire circa 900 box auto privati e interrati.
Sotto una pioggia incessante e lentamente preceduti da pochi poliziotti, la mobilitazione ha completamente bloccato la viabilità del quartiere: al grido crescente di “Noi vogliamo il Mercato”, hanno protestato contro l’imminente realizzazione di 600 box pertinenziali, 150 posti moto e ulteriori 150 posti auto della cooperativa Napoli 2000, vincitrice di una gara d’appalto nel 2010. Il progetto, bloccato dalla prima Giunta de Magistris nel 2011, prevede lo sventramento di un intero quartiere, con scavi di decine di metri che vanno da Via Tino da Camaino (2 piani interrati – ndr), passando per Via Casale de Bustis (3 piani interrati – ndr) e finendo con Piazza degli Artisti (4 piani interrati – ndr). Pertanto, i rischi idrogeologici, ambientali e architettonici che ne conseguono, derivati dall’instabilità creata già con la costruzione della metro negli anni addietro, è altissimo, oltre alla potenziale eliminazione del mercatino De Bustis, costituito maggiormente da 200 operatori con un’occupazione a carattere familiare, in Via Mascagni.
“Una vera e propria Speculazione Edilizia che non porta alcun giovamento all’interesse pubblico, ma solo danni ambientali e lavorativi per tutti”, questo ha affermato Giuseppe Casolaro, segretario dell’associazione De Bustis, il quale ha aggiunto che questa guerra non è combattuta in solitario, ma anzi “l’appoggio e il sostegno di altre 12 associazioni è divenuto di fondamentale importanza, al fine di far capire che al territorio servono assolutamente delle zone verdi e che il quartiere stesso necessita un’area più ecologica, senza il consueto smog che rovina da sempre un quartiere già di per sé decisamente affollato”.
Questo effetto domino, che ha messo gravemente in pericolo anche la fruibilità del parco Mascagna, oltre che l’attraversabilità di un’arteria e di una piazza fondamentale con tutte le conseguenze in termini di vivibilità o attività lavorative, economiche e commerciali, ha mosso in prima persona associazioni come il Movimento Disoccupati, i Comitati San Martino, Associazione De Bustis e il Movimento Magnammece ‘o Pesone, per lanciare un messaggio importante anche alla maggioranza silenziosa che vive nel quartiere collinare.
Al riguardo c’è stato anche l’intervento di Alfonso de Vito, responsabile della Campagna per il Diritto all’Abitare – Magnammece ‘o Pesone: «Il progetto, per l’interesse di pochi, nuoce all’interesse pubblico di tutto il quartiere, mette a repentaglio il mercatino di Antignano che rischia di scomparire e nuoce alla viabilità in tutto territorio: il bene pubblico viene irrimediabilmente seppellito».
Della stessa opinione anche Franco di Mauro, presidente dell’associazione ambientalista Comitato San Martino, che ci mette “faccia, corpo, e mente contro questo sopruso legale”: «Questa manifestazione è il primo passo di una serie di iniziative che faremo; oramai la parte amministrativa è definita: il TAR ha dato torto al Comune di Napoli e gli impongono la realizzazione del parcheggio. Questa tanto osannata “Politica del Mattone” fa balenare una possibilità di miglioramento della qualità della vita, ma in realtà porta solo ulteriori problemi: l’aspetto inquietante è che il progetto iniziale era di 300 posti auto, trasformatosi magicamente in 1.000 durante il percorso; noi, pertanto, vorremmo accedere ai verbali delle riunioni della gestione commissariale per capire il perché di questa barzelletta. Contro questa sentenza, e contro questa impossibilità tecnica e burocatica di impedire questa costruzione ci metteremo davanti alle ruspe per impedirne la fattibilità: porteremo avanti senza impedimenti il “No Box” a Napoli».
By Michele Calamaio