Napoli. Si lotta contro la privatizzazione del Parco Robinson
NAPOLI – Martedi 14 febbraio, cittadini di Bagnoli e Fuorigrotta si sono concentrati fuori gli spazi del Parco Robinson per dare vita a un’assemblea pubblica simbolica, per opporsi alla scelta portata avanti da parte dell’ente Mostra d’Oltremare di privatizzare gli spazi del Parco Robinson. Ad assistere la cittadinanza in questa battaglia si è schierata ancora una volta l’Assemblea Popolare X Municipalità – Bagnoli Libera, da anni attiva nella lotta per la riqualificazione della città. Le polemiche che vedono al centro il Parco Robinson non sono recenti, ma ora sembra che le cose stiano per cambiare, e al riguardo abbiamo raccolto la testimonianza di Eduardo Sorge, membro attivo di Bagni Libera.
La situazione attuale del Parco Robinson?
«La storia del parco parla di uno spazio che seppur piccolo era riconosciuto dal quartiere, dalle associazioni, dai comitati e dagli abitanti che liberamente ne fruivano, il parco difatti sorge a poca distanza dalla zona studentesca ed era uno dei pochi spazi verdi disponibili. Il parco, trovandosi all’interno del territorio gestito dall’ente Mostra d’Oltremare, era stato concesso al Comune di Napoli grazie a un accordo tra le parti che prevedeva la concessione di circa 3 ettari del territorio riservati alla fruibilità pubblica. Il parco è stato usato diverse volte come luogo di iniziative di aggregazione sociale, ma in seguito, come spesso accade, ha subito un processo di degrado e abbandono causato anche dall’assenza di manutenzione. Da lì è iniziata una lunga serie di chiusure, riaperture e polemiche culminata negli ultimi 4 anni con la completa chiusura del parco. Adesso è stata avviata l’ennesima operazione di riqualificazione, ma è stata chiaramente espressa la volontà da parte del presidente dell’ente Mostra, la Signora Donatella Chiodo, di inglobare definitivamente il parco all’interno dell’area della Mostra d’Oltremare, facendolo dunque rientrare nel suo regime economico e inserendo una quota d’ingresso.»
Cosa li ha spinti verso questa decisione?
«A spingere verso questa decisione pare ci sia l’incapacità da parte dell’Amministrazione pubblica di gestire questo spazio e dunque la necessità di privatizzarlo. A prima vista questo potrebbe sembrare un dato positivo, ma noi ci battiamo perchè non riteniamo corretto che non esistano più spazi pubblici dove una mamma con un carrozzino, un ragazzo con un libro o un padre con un figlio possano entrare liberamente, ma debbano ora pagare una cifra d’ingresso. Il parco Robinson è un piccolo spazio, un piccolo polmone verde che pensiamo debba rimanere al quartiere. La nostra del resto non è una battaglia singola limitata al parco Robinson, ma si estende alla tendenza di privatizzare qualsiasi spazio, struttura o servizio sul territorio di tutta la X municipalità e del territorio di Napoli in generale, utilizzando come scusa l’incapacità del pubblico di gestire detti beni.»
Si continuerà a lottare?
«Per la giornata di lunedi avevamo previsto un incontro tra Ente, Amministrazione comunale e municipale, e i Movimenti, al quale dovremmo partecipare. Questo incontro ancora non è stato formalizzato, ma nel frattempo noi restiamo in allerta in quanto i lavori stanno proseguendo e c’è il rischio che la rete che separa il parco dalla Mostra venga abbattuta, rendendo la nostra lotta ancora più difficile.»
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