Nucleare. Provocazioni e segnali di guerra dalla penisola coreana
SEUL – Sono in corso, iniziate il 22 agosto 2016 in Corea del Sud, destabilizzanti manovre militari congiunte della Ulji Freedom Guardian e delle forze armate degli Stati Uniti, che hanno dichiarato come obiettivo principale la difesa preventiva da attacchi che potrebbero arrivare dalla Corea del Nord. Le operazioni militari congiunte sono programmate fino agli inizi di settembre. Nel frattempo, l’esercito sud coreano ha dispiegato sei navi dotate di piattaforme per missili balistici nelle basi del mare di Guam, tutte potenzialmente dotate di testate nucleari made in USA. La marina sud coreana ha anche firmato un contratto con la società statunitense Lockheed Martin che prevede la fornitura entro il 2020 di navi da guerra capaci di attaccare ed eventualmente intercettare missili balistici lanciati dalla Corea del Nord.
Le rimostranze da parte della Corea del nord non si sono fatte attendere, l’esercito nord coreano ha infatti minacciato di effettuare un attacco nucleare preventivo contro le postazioni di Corea del Sud e Stati Uniti se i segnali di aggressione diverranno ancora più reali. E a supporto di quanto dichiarato, un sottomarino nordcoreano ha lanciato il 24 agosto un missile balistico nel Mar Cinese Orientale. Inoltre la Corea del Nord ha chiesto una riunione d’emergenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, a causa di una situazione di instabilità senza precedenti, causata nella penisola coreana dall’ingerenza statunitense: installazione di sistemi missilistici THAAD e introduzione di bombardieri strategici nucleari in Corea del Sud. Per Pyongyang infatti, l’invio di aerei alla base USA di Guam, nel Pacifico, indica chiaramente che il Pentagono intende condurre un attacco nucleare preventivo contro la Corea del Nord. Inoltre il Ministero degli Esteri della Corea del Nord ha sottolineato il passaggio continuo di portaerei nucleari, sottomarini nucleari e attrezzature militari strategiche degli Stati Uniti nella penisola coreana. Al riguardo, anche la Cina, con una nota postata dal ministero degli Esteri, ha espresso profonda preoccupazione per le tensione tra i due paesi.