Oliver Sacks ha rivelato la sua malattia
NEW YORK – Dalle pagine del New York Times, Oliver Sacks ha annunciato ieri che davanti a sé ha solo pochi mesi di vita. Al poeta neurologo, probabilmente il più famoso caso di prosopagnosia (Deficit percettivo del sistema nervoso centrale che impedisce di riconoscere correttamente i volti delle persone – NDR), è stata diagnosticata una metastasi al fegato, conseguenza di un cancro all’occhio destro che lo ha reso quasi cieco dieci anni fa.
Durante questi anni il dottor Sacks, ora 81enne, non ha cambiato le sue abitudini: ha continuato a nuotare un miglio al giorno, a viaggiare e scrivere con la consueta avida curiosità. “Ma la mia fortuna è finita”, ha affermato nel suo testamento pubblico, visto che solo nel 2% dei casi quel genere di tumore all’occhio si trasforma in metastasi. Ma quello di Sacks non è un addio melodrammatico o capzioso, né sembra volersi abbattere e morire prima della sua ora. “Tocca a me decidere come vivere i mesi che mi restano. Devo farlo nella maniera più ricca, profonda e produttiva che posso”, e infatti in primavera verrà data alle stampe la sua autobiografia e a un buon numero di libri manca solo l’ultimo capitolo. L’unico suo rammarico sarà di non poter più sapere se verranno accolti bene dal pubblico e da quella critica scientifica che gli ha spesso imputato di essere impreciso, considerandolo più uno scrittore che un vero scienziato, un divulgatore più attento alla carriera che a guarire i suoi pazienti. Oliver Sacks è stato in effetti un autore di successo, ed è forse stata la sua fama a creare disappunto fra i colleghi, in un mondo, quello scientifico, in cui solo pochi riescono a emergere e divenire mediaticamente catalizzanti.
Nato in Inghilterra, si è trasferito a New York nella metà degli anni ’60 lavorando come neurologo al Beth Abraham Hospital, nel Bronx, dove ha prestato servizio per i successivi 40 anni. I suoi primi trattamenti riguardavano i sopravvissuti all’epidemia di encefalite letargica che colpì prima l’Europa poi il resto del mondo, al tempo della Grande Guerra. Agli studi seguì il libro Risvegli, che il regista Penny Marshall nel ’90 trasformò in un film di successo con Robin Williams e Robert De Niro. Qualche anno dopo, l’esperienza vissuta a contatto coi pazienti di una casa di cura newyorkese, lo spinse a scrivere L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello, un saggio neurologico sull’agnosia, disturbo del riconoscimento percettivo di oggetti, persone, suoni e forme. Lo stesso Sacks ne è affetto in una forma più selettiva, quella che riguarda il riconoscimento del volto delle persone, la prosopagnosia appunto. Ma questa malattia, nonostante qualche imbarazzo allo specchio, gli ha comunque permesso di amare ed essere amato, come affermato da lui stesso prima di congedarsi: “Non posso far finta di non avere paura, ma il mio sentimento predominante è la gratitudine. Ho amato e sono stato amato. Ho dato molto e ho ricevuto molto in cambio. Ho avuto una relazione con il mondo, la relazione speciale di scrittori e lettori. Ma sopra ogni altra cosa, sono stato un essere senziente, un animale pensante su questo splendido pianeta: e questo è stato un enorme privilegio e un’immensa avventura.”
By Antonio Acconcio