ONU. Detenzione illegale per Assange
GINEVRA – Più acceso che mai lo scontro tra il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, e i governi di Regno Unito e Svezia dopo la sentenza definitiva dell’ONU, Organizzazione delle Nazioni Unite, annunciata poche ore fa dal “Gruppo di lavoro sulla detenzione illegale”, in merito alla detenzione arbitraria e ingiusta di Assange. L’opinione pubblica in precedenza si era divisa tra i sostenitori del fondatore di Wikileaks e le autorità governative, che più volte ne hanno chiesto l’estradizione. Assange infatti da più di tre anni risiede nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra, che gli ha concesso asilo in seguito alla richiesta del governo svedese di interrogarlo per due accuse di stupro.
Il “Gruppo di lavoro sulla detenzione illegale” ha riconosciuto non solo il diritto, precedentemente negato ad Assange, di circolare liberamente senza incorrere in una detenzione preventiva, ma ha anche accolto la richiesta di risarcimento per eventuali danni morali. Assange, dopo la notizia trapelata già nella giornata di ieri, ha ringraziato le Nazioni Unite, il popolo e il governo dell’Ecuador, i suoi sostenitori in tutto il mondo, nonché le “brave persone”, così da lui definite, dei governi del Regno Unito, Svezia e Stati Uniti d’America.
Prima che arrivasse la decisione definitiva da parte dell’ONU, Philip Hammond, il Segretario di Stato per gli Affari Esteri del Commonwealth, ha respinto la decisione delle Nazioni Unite, accusando Assange di eludere la giustizia, definendolo un “latitante”. Inoltre, Elisabeth Massi Fritz, avvocato della presunta vittima di stupro, ha detto che la decisione delle Nazioni Unite risulterebbe “offensiva”, ritenendola un abuso “contro i diritti umani”.
Nonostante le pressioni degli ultimi anni, Assange ha sempre ribadito la propria innocenza, pubblicando poche ore prima della presentazione del caso all’ONU un documento sul sito di Wikileaks in cui esponeva le varie incongruenze con le dichiarazioni governative. Dal file pubblico, in lingua inglese, Assange dichiara decadute tutte le accuse di stupro: Il 25 agosto 2010, Assange sarebbe stato cancellato dalla lista dei presunti stupratori di Stoccolma dopo l’intervento del procuratore capo Eva Finne, che avrebbe dichiarato insussistenti le prove contro l’accusato, archiviando il caso, riaperto solo dopo l’intervento del politico Claes Borgstrom. Inoltre lo stesso Assange avrebbe chiesto più volte alle autorità svedesi di accettare, invano, la propria deposizione, restando in Svezia per altre cinque settimane dopo la richiesta di asilo al governo ecuadoriano, per un’accusa di spionaggio negli Stati Uniti che per lui significherebbe pena di morte.
By Federica Mandara