Psicologia. Report dal workshop di programmazione neuro linguistica

MARCIANISE – Giovedì 8 giugno si è svolto presso il centro di formazione CEFORS di Marcianise, cittadina in provincia di Caserta, il workshop di programmazione neuro linguistica e business communication “Io posso. Scopri il tuo potenziale”, a cura della life coach dott.sa Maria Romano, una strategia di formazione rivolta a imprenditori, manager, insegnanti e coloro che desiderano migliorare le proprie performance per raggiungere obiettivi personali, di team, manageriali e sportivi.

Durante la lezione sono state esaminate le prerogative principali e funzionali della programmazione neuro linguistica, l’approccio alla comunicazione, allo sviluppo personale e alla psicoterapia che rappresenta la connessione per eccellenza tra processi neurologici e schemi comportamentali, al riguardo abbiamo rivolto le nostre domande alla dott.ssa Maria Romano.

Qual è la funzione della programmazione neuro linguistica?

«Questa scienza studia come le parole possano influenzare negativamente o positivamente le persone. Si dice che bisogna saper comunicare nella vita, ma il concetto fondamentale è saper comunicare con se stessi: da questo dialogo interno si possono riscontrare i fattori down che, in un certo senso remano contro la personalità e consolidano un processo depotenziante in grado di stopparci dal conseguire un successo, e i fattori up che permettono di raggiungere, al contrario, i risultati e gli obbiettivi prefissati. Il tutto però gira intorno a un unico concetto predominante, più del rapporto con gli altri: se si è consapevoli di se stessi, tutto intorno a noi in qualche modo può cambiare».

Come si raggiunge la consapevolezza?

«Uno dei nessi più complicati della mente umana da risolvere è fondato su due fattori predominanti: chi sono? e chi voglio essere in futuro? Se il divario che si viene a creare dalla risposta a queste due domande è ampio, allora si può determinare un blocco costituito da quella serie di stati emozionali che ci impediscono di arrivare all’io futuro e ci limitano anche nelle emozioni più semplici; questi, spesso, sono derivati da un vissuto positivo o negativo, da quel trascorso che si interfaccia con le regole e i valori dati dall’ambito familiare, ma principalmente dagli eventi che vanno a riflettere sulla nostra vita. Nel momento in cui il vissuto lascia le sue tracce, soprattutto con eventi poco positivi, ci porta a vivere di ancoraggi e associazioni, e continuamente siamo soggetti al ritorno di un ricordo negativo soltanto allontanato momentaneamente e mai allineato (Superato definitivamente – ndr), condannandoci a rivivere irrimediabilmente sempre le stesse emozioni negative e a commettere continuamente i medesimi errori perché non siamo consapevoli della strategia mentale da adottare: se quindi il vissuto da una parte non si può cambiare, si può dall’altra modificare l’insieme di emozioni negative del passato elicitando (Stimolando – ndr) la strategia positiva potenziante di una persona di successo che, da una parte conferisce un supporto maggiore all’atteggiamento e, dall’altra, permette il riscontro con risultati positivi anche nel nostro ambito più personale o professionale».

Durante il workshop è stato affrontato un esempio pratico, quello di Francesca Papa, una mamma intervenuta durante la lezione, che è stata in grado di affrontare il tumore del figlio Vittorio di 18 mesi attraverso la concezione dell’evento negativo non come problema, causa principale di conseguente degenerazione mentale e blocco emotivo, bensì come difficoltà, ossia coniugando la propria forza con la proiezione mentale positiva che l’ha portata a soffermasi sulle modalità di risoluzione della situazione negativa medesima: questa positività, nel tempo, è stata trasferita al figlio stesso, il quale nonostante la sua condizione ha vissuto, e vive ancora oggi, fortificato e in totale simbiosi con l’atteggiamento mentale positivo messo in atto dalla madre, utilizzando la medesima strategia mentale, e guardando il mondo con gli occhi della consapevolezza, supporto fondamentale per la sua autostima personale: «Vittorio, guardandosi allo specchio, sa benissimo che la sua ‘anomalia’ (Il tumore ha causato problemi motori alla gamba sinistra – ndr) è solo uno stato attuale, ma dovuto a un decorso che oggi è beneficio di esso: è avvenuto il famoso passaggio del riequilibrio dello stato emozionale, necessario al ritrovamento di se stessi, per giungere al punto massimo del volersi bene, e la cosiddetta “elaborazione del lutto” non intesa solo nel senso stretto della parola, piuttosto anche nel riequilibrio emozionale di quella serie di eventi negativi che fortifica al punto tale da raggiungere il miglioramento emotivo. Cosa sarebbe successo se mio foglio fosse morto? il dolore avrebbe potuto lacerarmi in modo permanente, il percorso riabilitativo da fare sarebbe stato lungo e profondo al fine di capire come riaffrontare la vita senza quella parte di te stessa che non sarebbe più esistita al mio fianco, ma nonostante tutto il mio atteggiamento non sarebbe cambiato di una virgola: la medesima dimensione futura sempre positiva in cui mi proiettavo (Anticipazione mentale in termini psicologici – ndr), sarebbe rimasta tale perché sarebbe entrato in gioco il meccanismo della sopravvivenza fisica e mentale a un problema che ti segna irrimediabilmente per tutta la vita: questa positività, a seconda se il finale sia positivo o negativo, ha bisogno sempre di essere a prescindere traslata al futuro, per permettere quel famoso riequilibrio emozionale continuo di cui abbiamo parlato prima, necessario a non farti soccombere nel dramma della negatività della circostanza».

By Michele Calamaio

Leave a comment