Raid in Turchia: 31 giornalisti arrestati
ISTANBUL – Trentuno persone fra giornalisti, autori televisivi ed ex ufficiali di polizia questa pomeriggio alle ore 14:00 sono stati incarcerati dalla Polizia turca. Il raid ha riguardato tutto il Paese, coinvolgendo ben tredici province, tra le quali la più importante, quella di Istanbul. L’accusa è di aver favorito la nascita di un’organizzazione armata di stampo terroristico, col fine ultimo di prendere il controllo di tutto l’apparato statale. A molti nomi eccellenti è stata dunque notificata la procedura d’arresto. Primo fra tutti il direttore del quotidiano Zaman, Ekrem Dumanlı.
La notizia del probabile arresto si era già diffusa questa mattina, tanto che una numerosissima folla si era recata sotto la sede del quotidiano per esprimere la propria solidarietà al giornale e per denunciare come la libertà di stampa e di pensiero non potesse essere silenziata. La ressa venutasi a creare aveva reso impossibile per le forze dell’ordine la cattura dei giornalisti, che è avvenuta soltanto nel pomeriggio. L’arresto è avvenuto dopo che nei giorni scorsi il Parlamento di Ankara ha approvato una nuova legge che prevede la possibilità di arrestare anche sulla base di semplici “dubbi fondati”.
Le trentuno persone prese oggi sono tutte legate al movimento dell’ex alleato di Erdoğan, Fethullah Gülen, predicatore islamico da tempo esiliatosi negli Stati Uniti. Da quando quest’ultimo ha preso le distanze dal Capo di Stato turco, infatti, è iniziato un durissimo scontro politico fra i due, soprattutto dopo il gravissimo scandalo finanziario scoppiato lo scorso dicembre, quando il capo della scuola islamica statunitense prese ufficialmente le distanze dall’allora Primo Ministro.
Secondo Mark Lowen, inviato in Turchia per la BBC, questa è “l’ennesima erosione democratica ad opera del Governo. Il paese scivola sempre più in basso nelle classifiche internazionali sulla libertà di stampa e questo ne è l’ennesimo atto”. Kemal Kilicdaroglu, leader del partito repubblicano, il maggiore d’opposizione, ha denunciato questo evento come un vero e proprio golpe ad opera del Governo. Nelle città, ora, sono appena scoppiate le prime proteste.
By Massimo D’Angelo