Rifiuti. Dai cittadini il “No!” al biodigestore
NAPOLI – Venerdì 29 luglio alle ore 18:30, in Via Cupa Principe, nei pressi di Via Stadera, ha avuto luogo la manifestazione organizzata dal comitato “No impianto biodigestore anaerobico di San Pietro a Patierno”, per impedire la costruzione di un biodigestore anaerobico tra i quartieri napoletani di San Pietro a Patierno e Poggioreale. Inoltre i partecipanti hanno rivendicato un piano alternativo per la raccolta differenziata.
Circa 200 partecipanti si sono mossi in corteo partendo da Via Cupa Principe, percorrendo poi Via Stadera fino ad arrivare in Via Nuova Poggioreale. Hanno partecipato l’Associazione Napoli Libera, No discarica di Chiaiano, il centro Sociale Terra Nostra, Officina 99, i consiglieri della VII Municipalità. Precedentemente alla manifestazione ci sono stati incontri per sensibilizzare la popolazione, con il presidente Maurizio Moschetti e alcuni consiglieri della VII Municipalità.
Il progetto del biodigestore, presentato alla Regione Campania nel 2015 dalla Società Urban Biogas Energy Italy, prevede la produzione di biometano attraverso di 56mila tonnellate di frazione organica proveniente da scarti alimentari, il 20 aprile scorso è stato approvato con Decreto dirigenziale il via alla realizzazione dell’impianto.
Durante la manifestazione abbiamo rivolto alcune domande ad Antonio Ciccotti, dell’Associazione Napoli Libera.
I motivi della protesta?
«Noi protestiamo contro la costruzione di un biodigetsore a San Pietro a Patierno, ma l’area che verrà più colpita sarà Poggioreale. Vogliono impiantare un biodigestore che dovrà bruciare, nel vero senso della parola perché produce biogas, utilizzando 60mila tonnellate di frazione organica in un anno. Il problema non è solo l’impianto, ma l’impatto ambientale che si avrà in una zona densamente abitata. Noi contestiamo anche la costruzione dell’impianto, che sarà affidata a un’impresa privata con fondi europei. Noi non siamo contro il biodigestore in sé, ma la nostra preoccupazione è che, essendo gestito da privati, non sappiamo come avverranno i controlli e cosa verrà bruciato nell’impianto.»
Vi siete confrontati con le amministrazioni?
«Ci siamo interfacciati in primis con la VII Municipalità, che ci ha ascoltato e ci saranno altri incontri per sensibilizzare la popolazione. Il Comune di Napoli invece è latitante, anche perché ‘voci’ darebbero per certa la costruzione di un altro sito in Via De Roberto, ancora ai confini con Poggioreale»
Avete avuto contatti con la Regione?
«Noi stiamo cercando di consultarci con tutti i livelli amministrativi. Per il Comune di Napoli però, Del Giudice (Vice sindaco e Assessore all’ambiente – ndr) non ci è sembrato disfattista verso questo tipo di strutture e ciò ci ha lasciati un po’ perplessi, perché noi non siamo contro il compostaggio, ma chiediamo piccoli impianti che producano un compost di qualità e non dare invece profitti ad aziende private»
Segnaliamo che per ‘l’affare’ biodigestore, il 12 luglio 2016 il Consigliere comunale Mario Coppeto, del gruppo consiliare di Napoli in Comune a Sinistra, ha chiesto con un’interrogazione al vice sindaco Raffaele Del Giudice se l’Amministrazione fosse a conoscenza del progetto e le sue posizioni riguardanti l’argomento, e quali iniziative avrebbe adottato per la salvaguardia della salute della popolazione residente nel quartiere. Dall’Ufficio Stampa del Comune di Napoli, successivamente sono state pubblicate le dichiarazioni dello stesso: ”Da tempo abbiamo realizzato la gestione pubblica dei rifiuti con una forte partecipazione dei cittadini. Per noi gli impianti di compostaggio, calati dall’alto, sovradimensionati e senza la garanzia della massima tutela ambientale non avranno alcun appoggio, soprattutto se poi non rientrano nella nostra idea di condivisione con il territorio.”
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