Salute. La Casa delle Donne in difesa della Legge 194
NAPOLI – Martedì 22 maggio, gli attivisti del centro “La Casa delle Donne” di Napoli hanno manifestato con striscioni davanti l’entrata del 1° Policlinico, in Piazza Miraglia, per difendere il diritto delle donne di abortire, cioè l’interruzione volontaria di gravidanza. Nella stessa data ricorrevano i 40 anni della Legge 194, che sanciva la libertà di scelta da parte delle donne di interrompere la gravidanza entro 90 giorni dal concepimento.
La 194 garantisce alle donne che si trovano in particolari circostanze fisiche, psicologiche e/o sociali di non subire la gravidanza come costrizione, ma non tutti gli ospedali la applicano, e la normativa non riesce ad andare al passo con le esperienze femminili.
Ancora oggi molti ostacoli si frappongono alla scelta di maternità libera, così il gruppo di donne de “La Casa delle Donne”, un bene comune, si è fatta portavoce di un emergenza: quella dell’elaborare strategie di intervento e ascolto affinchè nessuna donna si senta giudicata, nè sola, nel processo di decisione.
Alla manifestazione sono state invitate a partecipare tutte le realtà politica, gruppi di donne, collettivi femministi e comitati di lotta, per ottenere attenzione, rispetto e accoglienza per le donne che vogliono interrompere la gravidanza.
Nella stessa data il gruppo ha partecipato all’incontro svoltosi a Santa Maria La Nova sui 40 anni della Legge 194/78, promosso dal comitato in difesa della Legge 94, intitolato “Maternità responsabile e interruzione volontaria di gravidanza: 40 anni dalla legge 184/78, quali scenari per il futuro?”. L’incontro è stato un confronta tra donne, realtà territoriali e figure che si occupano di autodeterminazione, IVG (Interruzione volontaria di gravidanza) e salute della donna, con l’obiettivo di fare il punto sullo stato di applicabilità della Legge in Campania, e così provare a elaborare nuove prospettive. Al riguardo abbiamo rivolto le nostre domande a Eleonora Meo, attivista del centro “La Casa delle Donne”.
Aborto. La situazione attuale negli ospedali?
«Non tutti gli ospedali applicano la Legge, in molti casi i medici sono obiettori di coscienza e si rifiutano di praticare l’aborto, mettendo la donna in condizioni di rivolgersi a pratiche illegali o a mettere al mondo un figlio contro la propria volontà. I posti letto sono pochi e si pagano, le liste d’attesa sono lunghe, e siccome il limite consentito dalla Legge è di 90 giorni dal concepimento, ci si ritrova con numerosi casi in cui la donna non riesce ad abortire in tempo. In particolare siamo davanti al 1° Policlinico perchè questo ospedale non permette alla donna venuta per IVG di avere una persona accanto»
Il ruolo della contraccezione?
«Alcuni giorni fa la Chiesa cattolica ha manifestato per abolire la Legge 194, sembra di essere tornate indietro nel tempo. Ricordiamo che proprio a Napoli, all’Annunziata, venivano lasciati i bambini quando questa libertà non c’era. Una donna che sceglie con enorme sofferenza di praticare l’aborto è perchè davanti a sè non vede scelta, e si porterà dietro un danno fisico e psicologico per tutta la vita. Per questo un altro tema del nostro incontro è il rafforzamento della prevenzione e della promozione di campagne informative sulla contraccezione e sull’aborto farmacologico, che non sono fatte a sufficienza nei consultori»
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